“Il paesaggio [del milazzese] … possiede valenze storiche, paesaggistiche, architettoniche ed ambientali notevolissime e storicamente vede una zona fra le migliori e le più ambite proprio nella riviera di levante, oggi sede di insediamenti industriali che confliggono fortemente con i valori e le valenze che i luoghi ancora possiedono, rispetto a cui soprattutto alcuni impianti industriali si configurano come detrattori paesaggistici tra l’altro lesivi di potenzialità economiche non indifferenti.
La presenza della raffineria, della centrale per la produzione di energia elettrica e dell’Area di Sviluppo Industriale hanno avuto gravi ricadute negative sia sullo sviluppo urbanistico e più in generale sul contesto territoriale delle aree limitrofe, soggette a grave degrado paesaggistico-ambientale…, sia sullo sviluppo economico, con ricadute negative per l’intera provincia.
Le scelte economiche-sociali degli anni sessanta e settanta non hanno valutato la vocazione turistico-agricola della zona creando un polo industriale in un’area ad altissima sensibilità ambientale e di eminente valore paesaggistico e scientifico.
In un’ottica di sviluppo sostenibile è necessario rimuovere gradualmente i fattori di degrado e recuperare e riconvertire l’area, favorendo attività produttive a basso impatto ambientale che garantiscano la conservazione e, soprattutto, la trasmissione alle generazioni future di un patrimonio culturale e paesaggistico irripetibile.
[…]
Gli impianti di produzione d’energia e di raffinazione rappresentano i due poli industriali a maggior incidenza sui fattori di degrado del Paesaggio Locale e costituiscono detrattori paesistici.[…] E’ necessario che vengano adottati tutti i possibili accorgimenti per ridurre il carico inquinante e mitigare l’impatto visivo di tali impianti ed è vietato il potenziamento degli stessi e l’ampliamento delle aree interessate.
Deve essere prevista la graduale e progressiva eliminazione degli impianti anzidetti e una riconversione produttiva dell’area che non confligga con la sua naturale vocazione paesaggistica.”
Questo non siamo noi a dirlo, nè qualche ambientalista “estremista”, bensì l’Art.55 del Piano Paesaggistico d’Ambito 9, che aspetta da più di 6 anni la sua approvazione in Assessorato regionale ai Beni Culturali. Per fortuna il Piano al momento è vigente in regime di salvaguardia ed ha consentito alla Soprintendenza di Messina e, stando alle indiscrezioni, anche al Ministero dei Beni culturali di dare parere negativo al progetto dell’inceneritore del Mela di Edipower/A2A.
E’ bene che i cittadini conoscano i contenuti del Piano Paesaggistico e che se ne parli, perchè il silenzio è la migliore condizione per il fiorire di magagne e sotterfuggi, che potrebbero essere utilizzati per “far fuori” le parti del Piano “scomode”. Del resto non dimentichiamoci che il Piano, sebbene adottato, non è ancora stato approvato definitivamente.
Invitiamo tutte le amministrazioni comunali che hanno a cuore questa battaglia cruciale per la salute dei cittadini e le sorti del nostro territorio a farsi carico di proteggere gli indirizzi sopra citati del Piano Paesaggistico, chiedendone l’approvazione senza modifiche che interessino l’Art.55.
Ringraziamo Vincenzo Nicita per la splendida foto del paesaggio della Piana di Milazzo
2 pensieri su “Piano Paesaggistico: uno scudo anti-inceneritore, ma dobbiamo sostenerlo”