Pagano tendenzialmente contrario. La Malfa non si pente del parere positivo. Bianchetti evasiva

Anche quest’anno abbiamo posto ai candidati a Sindaco quesiti specifici sugli atti concreti che potrebbero adottare per ridurre (o aumentare) l’inquinamento nella valle del Mela e quindi i rischi per la salute dei cittadini.

Nel caso dei candidati  a Sindaco di Pace del Mela i quesiti riguadano principalmente il nuovo impianto inquinante che la Duferco sta realizzando a Giammoro.

Abbiamo ricevuto un riscontro da tutti i candidati in corsa (Danilo Pagano, Mario La Malfa e Angela Bianchetti).

Prima di passare in rassegna le loro risposte, facciamo un breve riepilogo della “storia” di questo impianto, i cui lavori stanno per essere ultimati.

Nel corso del 2019 la Duferco ha presentato i progetti di due centrali termoelettriche di tipo “peaker”, da realizzare accanto ai laminatoi che la Duferco possiede rispettivamente in provincia di Brescia ed a Giammoro.

L’impianto proposto in provincia di Brescia è stato bocciato dal Ministero dell’Ambiente in considerazione dell’elevato livello di inquinamento già presente in quell’area, che non rende accettabile l’autorizzazione di nessun ulteriore impianto inquinante.

Nel caso della valle del Mela invece lo stesso Ministero non ha considerato l’inquinamento ed i rischi sanitari già presenti nell’area e nel 2020 ha rilasciato il proprio nulla osta alla nuova centrale della Duferco, escludendola dalla Valutazione di Impatto Ambientale. Lo stesso ha fatto la Regione, che nel 2021 ha rilasciato l’Autorizzazione Integrata Ambientale con il parere positivo del Sindaco Mario La Malfa.

A seguito del ricorso di alcuni cittadini che avevano aderito al nostro appello, questa autorizzazione è stata annullata dal TAR di Catania nel luglio 2022.

Imperterrita, dopo pochi mesi la Regione ha rilasciato una nuova autorizzazione, anche stavolta con un ulteriore parere positivo (vincolante) del Sindaco Mario La Malfa.

A questo punto, grazie sempre al nostro interessamento, sono stati presentati altri due ricorsi al TAR di Catania. Contro questi ricorsi è intervenuta in giudizio proprio l’amministrazione comunale di Pace del Mela, che si è così schierata accanto alla Duferco. Il verdetto del TAR è atteso per il mese prossimo.

Abbiamo quindi chiesto ai candidati se, una volta eletti a Sindaco, continueranno ad avallare questo impianto (non c’è due senza tre), schierandosi in giudizio dalla parte della Duferco, oppure se, com’è auspicabile, faranno l’interesse dei cittadini cercando di ostacolare l’impianto.

A tal riguardo il Sindaco La Malfa dichiara che le sue prossime azioni non sono “certamente prevedibili”. Tuttavia, considerato che ha già rilasciato due pareri positivi, è facile supporre che all’occorrenza ne possa rilasciare anche un altro (non c’è due senza tre, per l’appunto).

Evasiva risulta la risposta di Angela Bianchetti, che, senza menzionare mai il nuovo impianto della Duferco, si limita a generiche affermazioni di principio (“Saró in prima linea per contrastare la realizzazione di impianti dannosi per l’ambiente e la salute dei cittadini”).

Un’affermazione che fa suscitare più di un interrogativo, considerato che finora Angela Bianchetti non è stata affatto in prima linea contro la realizzazione del nuovo impianto della Duferco. Anzi, a tal riguardo pochi mesi fa la stessa candidata è intervenuta sui social, attaccandoci in maniera animosa quando abbiamo criticato il parere positivo del Sindaco uscente, da lei difeso a spada tratta sebbene ora sia ufficialmente una sua competitor: si vedano a tal riguardo i suoi commenti al seguente post: https://www.facebook.com/cittadiniValledelMela/posts/pfbid02JNjBewdoMoHUgjidKWzwux6fzMnHfHQpawnk7rhURoVtvPxgmSKPiFDs8sgntgwJl).

E’ quindi facile temere che, se diventasse Sindaco, Angela Bianchetti esprimerebbe atti e posizioni analoghe al suo predecessore. Proprio per questo, considerato che la sua risposta non entra nel merito dei nostri quesiti, nè cita l’impianto della Duferco, il 23 mattina le abbiamo chiesto ulteriori chiarimenti invitandola a rispondere specificatamente ai nostri quesiti, ma la stessa Bianchetti ci ha fatto sapere che non intendeva esprimere ulteriori delucidazioni.

Decisamente più critico verso il nuovo impianto è invece l’altro candidato, Danilo Pagano, secondo cui l’operazione della Duferco “potrebbe essere dannosa sia dal punto di vista occupazionale che ambientale”. Quanto alla battaglia legale intrapresa dall’amministrazione comunale uscente in difesa della Duferco e contro i ricorsi dei cittadini, Pagano evidenzia giustamente che “non è ammissibile che una stessa amministrazione comunale partecipi ai vari ricorsi tutt’ora pendenti al TAR di Catania ed al CGA nei confronti della Raffineria di Milazzo e successivamente assuma una posizione diametralmente opposta in un’altra situazione simile nei confronti della Duferco”.

Di seguito pubblichiamo il testo dei quesiti e le risposte integrali dei canditati:

Raffineria e nuovo impianto Duferco: quesiti ai candidati a Sindaco di S. Filippo e Pace del Mela

E’ ormai nostra consuetudine, in occasione delle tornate elettorali locali, porre ai candidati quesiti specifici sugli atti concreti che potrebbero adottare per migliorare la situazione ambientale nella valle del Mela, riducendo l’inquinamento ed i rischi per la salute dei cittadini.

A dispetto delle previsioni, possiamo dire che finora nessuno, una volta eletto, ha tradito gli impegni presi in riscontro ai nostri quesiti.

Anche perchè tali quesiti sono stati posti in maniera tale da rendere necessaria una risposta chiara ed univoca, cosicchè un eventuale tradimento della parola data sarebbe stato palese, inequivocabile e quindi indifendibile.

Anche quest’anno, in occasione delle imminenti elezioni amministrative, abbiamo posto dei quesiti ai candidati a Sindaco di San Filippo del Mela e Pace del Mela. I quesiti per i candidati a Sindaco di San Filippo riguardano principalmente le emissioni inquinanti della Raffineria di Milazzo, che rimane la principale questione ambientale “aperta” su cui il Sindaco di San Filippo del Mela (al pari del Sindaco di Milazzo) può incidere, tramite l’espressione di specifiche prescrizioni nell’ambito delle periodiche revisioni dell’autorizzazione ambientale.

Ai candidati a Sindaco di Pace del Mela abbiamo invece posto quesiti riguardanti il nuovo impianto inquinante della Duferco a Giammoro, che ha ottenuto l’avallo anche del Sindaco uscente (nonchè candidato) Mario La Malfa. Un impianto contro cui abbiamo promosso vari ricorsi al TAR (uno di essi peraltro ha già vinto), convinti che nella valle del Mela è inaccettabile aggiungere ulteriori fonti inquinanti.

Si tratta ovviamente di questioni che non riguardano solo i cittadini dei comuni interessati al voto, bensì di tutto il comprensorio.

Questo è il testo dei quesiti che abbiamo inviato ai due candidati a Sindaco di San Filippo del Mela Gianni Pino e Carmelo Capone:

“Egregi candidati a Sindaco di San Filippo del Mela, come sapete la questione ambientale (ed in particolare l’inquinamento industriale) è uno dei fattori di maggior impatto sulla vita e la salute dei cittadini del comune che vi candidate ad amministrare e più in generale di tutto il comprensorio della valle del Mela.

Alcune misure legislative varate lo scorso anno (vedi cosiddetto “Decreto Ucraina”) stanno ritardando il processo di riconversione a metano della odierna Centrale termoelettrica ad olio combustibile, massimizzandone le emissioni. Si tratta di un problema serio per la valle del Mela, che però sfugge al controllo diretto delle amministrazioni locali.

In merito invece alla Raffineria di Milazzo, l’altra principale fonte inquinante della zona, l’amministrazione comunale uscente ha compiuto importanti atti concreti nella direzione giusta, ma è necessario continuare a percorrere la strada intrapresa per riuscire ad ottenere una concreta riduzione dell’inquinamento, coniugando salute e lavoro.

Come sapete, il principale strumento in mano ai Sindaci per conseguire una riduzione dell’inquinamento industriale a tutela della salute dei cittadini consiste nelle cosiddette “prescrizioni sanitarie”, ovvero le prescrizioni ex artt. 216 e 217 del T.U.L.S.

L’attuale Autorizzazione Integrata Ambientale della Raffineria di Milazzo risulta priva di tali prescrizioni, sebbene per ben due volte (nel 2018 e nel 2021) siano state correttamente acquisite nel corso della procedura autorizzativa. 

Sulla questione risultano pendenti diversi ricorsi al TAR Catania, al CGA (di cui si attende una imminente decisione) ed al TAR Lazio (quest’ultimo proposto proprio dal Comune di San Filippo del Mela).

A tal riguardo il Comitato dei cittadini contro l’inquinamento nella valle del Mela Vi chiede di rispondere ai seguenti quesiti:

1) Qualora venisse eletto, esprimerebbe nuovamente “prescrizioni sanitarie” analoghe a quelle finora già individuate in caso di vittoria di uno dei suddetti ricorsi o comunque in caso di riesame dell’A.I.A. della Raffineria di Milazzo?

2)  Qualora venisse eletto, farebbe il possibile per ottenere una sollecita trattazione del ricorso del Comune di San Filippo del Mela da parte del TAR Lazio?

Inoltre, consapevoli che negli ultimi anni i risultati migliori in campo ambientale sono stati ottenuti allorquando si è realizzata una proficua collaborazione tra le amministrazioni comunali e le associazioni competenti in materia, Vi chiediamo di rispondere al seguente ulteriore quesito:

3) Qualora venisse eletto, è disposto a rinnovare e rafforzare tale collaborazione? 

I seguenti sono invece i quesiti posti ai candidati a Sindaco di Pace del Mela Danilo Pagano, Mario La Malfa e Angela Bianchetti:

“Egregi candidati a Sindaco di Pace del Mela, come sapete la questione ambientale (ed in particolare l’inquinamento industriale) è uno dei fattori di maggior impatto sulla vita e la salute dei cittadini del comune che vi candidate ad amministrare e più in generale di tutto il comprensorio della valle del Mela.

Dopo la vittoria contro lo scellerato progetto di un mega-inceneritore, associazioni ed amministrazioni locali hanno ingaggiato una strenua battaglia legale mirata e ridurre le emissioni della Raffineria di Milazzo, che può essere considerata la principale fonte inquinante della zona. A tal riguardo l’amministrazione comunale uscente non si è sottratta, partecipando ai vari ricorsi tutt’ora pendenti al TAR di Catania ed al CGA (di cui si attende una imminente decisione).

Tuttavia la battaglia contro l’inquinamento nella valle del Mela non può ovviamente permettere che, nel frattempo, vengano realizzati nuovi impianti inquinanti, che inevitabilmente determinerebbero un incremento del carico inquinante complessivo che grava sul territorio. 

Va infatti ribadito un punto fermo già reclamato ai tempi della storica lotta contro l’inceneritore: l’inquinamento nella valle del Mela va ridotto, non aumentato, e quindi nessun nuovo impianto inquinante è accettabile.

Proprio di recente è stata autorizzata la realizzazione di un nuovo impianto inquinante, nello specifico una Centrale termoelettrica di tipo “peaker”, nel territorio del Comune di Pace del Mela. Sorprendentemente tale autorizzazione ha ottenuto il beneplacito del Sindaco uscente.

Per fortuna la lotta del territorio contro quest’altra minaccia, avanzata in questo caso dalla “Duferco Sviluppo S.p.A.”, non si è fatta attendere. 

Già l’anno scorso l’Autorizzazione di tale impianto è stata annullata dal TAR Catania, a seguito del ricorso di alcuni cittadini pacesi.
Dopo tale annullamento è stato riemesso un nuovo provvedimento autorizzatorio da parte della Regione, che ancora una volta ha incassato il parere positivo del Sindaco uscente.Attualmente sono pendenti al TAR Catania altri due ricorsi 

(uno proposto da alcuni cittadini, con l’intervento ad adiuvandum dell’ARCI provinciale, e l’altro dall’Associazione T.S.C.) contro la nuova autorizzazione. 

Dobbiamo purtroppo segnalare che nell’ambito di tale giudizio è stato proprio il Comune di Pace del Mela, assieme alla Duferco, a difendere a spada tratta l’autorizzazione del nuovo impianto inquinante.La decisione del TAR è attesa per il mese prossimo.

A tal riguardo il Comitato dei cittadini contro l’inquinamento nella valle del Mela Vi chiede di rispondere ai seguenti quesiti:

1) Qualora venisse eletto,  in caso di vittoria dei suddetti ricorsi, tornerebbe ad avallare nuovamente l’autorizzazione del nuovo impianto inquinante della Duferco, oppure farebbe in modo di ostacolarla? 

2) Qualora venisse eletto,  in caso di vittoria dei suddetti ricorsi, proporrebbe ricorso al CGA per cercare di ribaltare la decisione del TAR e permettere alla Duferco l’entrata in funzione del nuovo impianto inquinante?

3) Qualora venisse eletto, in caso di una decisione del TAR del tutto o in parte favorevole alla Duferco, si costituirebbe in giudizio contro l’eventuale appello al CGA dei ricorrenti?

In secondo luogo, consapevoli che negli ultimi anni i risultati migliori in campo ambientale sono stati ottenuti allorquando si è realizzata una proficua collaborazione tra le amministrazioni comunali e le associazioni competenti in materia, Vi chiediamo di rispondere al seguente ulteriore quesito:

4) Qualora venisse eletto, è disposto a riprendere e rinnovare tale collaborazione? 

Il termine per rispondere scade martedì 23. Nei giorni successivi pubblicheremo le risposte dei candidati (o anche le mancate risposte, spesso più eloquenti delle risposte stesse!)

Occhio ai candidati a Sindaco milazzesi benedetti dalla Raffineria: solo 2 su 7 promettono di far ridurre le emissioni

Abbiamo sottoposto ai candidati a Sindaco di Milazzo quesiti specifici sulle concrete azioni che, se eletti, potranno adempiere per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità di vita dei milazzesi.

I quesiti più spinosi riguardano la Raffineria di Milazzo. Il prossimo Sindaco di Milazzo a breve verrà convocato in una “Conferenza dei servizi” in cui sarà riesaminata l’autorizzazione della raffineria. In tale sede il Sindaco è tenuto per legge ad esprimere le prescrizioni sanitarie, ovvero quei limiti che consentono di escludere rischi per la salute pubblica.

Abbiamo chiesto ai candidati se hanno intenzione di prescrivere limiti tali da ridurre l’inquinamento della Raffineria ed i conseguenti rischi per la salute dei cittadini.

Come vedremo, su 7 candidati solo due (Roselli e Abbriano) hanno risposto positivamente.

Secondo Pippo Midili sono invece necessari ulteriori dati. Ciò non è condivisibile, innanzitutto perché i dati sull’inquinamento della Raffineria ed i rischi connessi sulla salute ci sono eccome  (l’ultimo clamoroso documento lo abbiamo svelato proprio nelle scorse settimane). Inoltre sono innumerevoli le evidenze di gravi criticità sanitarie riconducibili, almeno in prima ipotesi, alle emissioni della Raffineria. Si pensi ad esempio al recente studio epidemiologico dell’Istituto Superiore di Sanità, che ha riscontrato a Milazzo l’eccesso di malformazioni congenite più elevato d’Italia. In ogni caso un’autorizzazione non può essere concessa senza prima aver escluso rischi per la salute delle persone: se per assurdo non ci fossero abbastanza dati, l’autorizzazione non potrebbe essere concessa. Inoltre il Sindaco è tenuto ad applicare il principio di precauzione: anche in caso di “incertezza” deve esprimere i limiti che, sulla base dei dati in suo possesso, consentono di essere certi che non ci saranno rischi per la salute delle persone.

A supporto della propria tesi Midili chiama in causa le recenti sentenze del TAR contro il Piano regionale di qualità dell’aria, dove viene contestato il fatto che le centraline di monitoraggio sul territorio regionale non sono in numero adeguato allo scopo prefissato. Il confronto però non regge, perché le prescrizioni sanitarie, a differenza del Piano regionale di qualità dell’aria, si basano sul principio di precauzione, sono sostenute da motivazioni sanitarie e soprattutto non hanno nulla a che vedere con la complessa normativa che regola i piani regionali di qualità dell’aria.

Ancora più negativa la risposta di Damiano Maisano, secondo il quale non è competenza del Sindaco prescrivere limiti che consentano di ridurre l’inquinamento. Peccato che la normativa dica tutt’altro. Consigliamo a Maisano, se ha intenzione di fare il Sindaco, di consultare la normativa in materia, ed in particolare l’art. 29-quater, comma 6, del codice ambientale.

La risposta di Adele Roselli si mostra invece convintamente positiva: si impegna chiaramente ad esprimere prescrizioni sanitarie volte alla riduzione delle emissioni, comprese quelle di idrocarburi non metanici, nota causa di odori molesti (ma probabilmente correlate anche al grave eccesso di malformazioni congenite).

Positiva anche la risposta di Gioacchino Abbriano, che si impegna ad esprimere le prescrizioni sanitarie finalizzate a ridurre l’inquinamento, conciliando “ambiente, salute e lavoro”. Tuttavia è necessaria qualche puntualizzazione sul riferimento di Abbriano alla conferenza dei servizi del 28 marzo 2018, in cui le prescrizioni sanitarie sarebbero state “rimandate” di 3 anni in virtù di un accordo con la RAM, che avrebbe dovuto finanziare uno studio e acquistare due centraline. Abbriano afferma che, allo scadere dei 3 anni, chiederà un nuovo riesame dell’autorizzazione e, verificato che l’accordo non è stato rispettato, riattiverà le prescrizioni già espresse nel 2018.

Va comunque precisato che di studi epidemiologici autorevoli, oggi come allora, ce ne sono a iosa: studi condotti dall’Istituto Superiore di Sanità, dall’Assessorato regionale della Sanità e dall’Università di Messina. Non c’è di certo alcun bisogno di  uno studio finanziato dalla Raffineria. In ogni caso il prossimo Sindaco verrà convocato in Conferenza dei servizi a breve, quindi probabilmente prima dello scadere dei famosi 3 anni.

Sulle emissioni odorigene Abbriano risponde di ritenere necessario prevedere dei limiti, che oggi non ci sono. Aggiunge però che vorrebbe individuare con certezza la fonte emissiva. In realtà la fonte emissiva è già individuata, anche perché sul perimetro della Raffineria funzionano già i nasi elettronici. Purtroppo però, senza alcun limite da rispettare, i nasi elettronici sono fini a se stessi. Le prescrizioni sanitarie del 2018, poi revocate (o “rimandate”, se si preferisce), prevedevano il limite di 5 UO/m3 da applicare proprio ai nasi elettronici.

I rimanenti tre candidati (Lorenzo ItalianoGiovanni Utano e Maurizio Munafò) hanno preferito non rispondere ai nostri quesiti, sebbene più volte sollecitati. E chi non risponde, si sa, spesso ha qualcosa da nascondere.

In realtà Utano ha risposto di non avere tempo e ci ha inviato il suo programma elettorale. Però se 7 candidati su 10 (considerando anche le elezioni di Barcellona) hanno trovato il tempo di rispondere ai nostri quesiti qualcosa non torna: non è che ci volesse tutto questo tempo!

Per di più va detto che il programma elettorale di Utano è alquanto deludente: la Raffineria non viene mai menzionata e le problematiche sulla qualità dell’aria vengono attribuite unicamente al traffico. Una visione che potrebbe andar bene nelle “ordinarie” grandi città, ma non certo in una cittadina di modeste dimensioni assediata da grosse industrie inquinanti come Milazzo. Consigliamo ad Utano di consultare l’inventario delle emissioni dell’ARPA, che evidenzia come la principale fonte emissiva della zona sia la Raffineria.

Sugli altri quesiti ambientali che abbiamo posto (gestione rifiuti, piano paesaggistico, costa, torrenti, mare, rapporti con associazioni) Midili, Maisano, Abbriano e Roselli hanno risposto in maniera per lo più positiva, anche se c’è da segnalare la posizione di Maisano (peraltro già nota) sull’Area Marina Protetta, che vorrebbe riperimetrare. Su questo punto, così come anche sul Piano paesaggistico, non ha invece risposto Midili.

Pubblichiamo qui le risposte integrali dei 4 candidati che hanno risposto:

Per completezza pubblichiamo anche il programma elettorale inviatoci da Utano, che comunque non può essere considerato rispondente ai nostri quesiti:

Le risposte dei candidati a Sindaco di Barcellona su emergenza rifiuti, Raffineria e altri quesiti ambientali

Tutti e tre i candidati a Sindaco di Barcellona P.G. hanno risposto ai nostri quesiti su emergenza rifiuti, inquinamento atmosferico e altre questioni ambientali.

 Sulla QUESTIONE RIFIUTI, la più spinosa per una città messa in ginocchio da un servizio inefficiente e dalle microdiscariche, tutti e tre i candidati riconoscono il problema e si dicono decisi a risolverlo. Bene, ma come? Da questo punto di vista è significativa la risposta di Antonio Mamì sulla necessità, per prima cosa, di pretendere dalla ditta attualmente addetta al servizio che vengano poste in essere tutte le attività previste dal contratto d’appalto. Verrebbe da chiedersi perché non sia stato fatto finora.

Tutti e tre i candidati inoltre pongono l’accento sulla necessità di rivedere il sistema in vista di una nuova gara d’appalto, puntando sull’incremento e la piena efficienza della raccolta differenziata porta a porta.

Giuseppe Sottile descrive in maniera articolata la sua proposta in merito ad un “sistema di raccolta totalmente innovativo”. Sia Sottile che Mamì sono d’accordo con noi sull’esigenza di introdurre la tracciabilità dei sacchetti al fine di attivare una tariffazione puntuale che premi chi differenzia di più. Peraltro – aggiungiamo noi – la tracciabilità dei sacchetti è necessaria anche per i necessari controlli sulla corretta differenziazione dei rifiuti da parte dell’utenza. In merito a tale questione si mostra invece incerto Calabrò.

Tutti e tre i candidati promettono di far sparire le microdiscariche che abbondano sul territorio comunale, ma è chiaro che è necessario anche impedire che si riformino.

Da questo punto di vista abbiamo chiesto ai candidati se sono disposti ad avviare una seria attività di repressione (con maggiori controlli e sanzioni) nei riguardi della riprovevole pratica di abbandono illegale dei rifiuti. Su questo aspetto si registra qualche differenza nelle risposte dei candidati. Sono convintamente positive le risposte di Sottile e Mamì, anche se quest’ultimo pone più l’accento sulla necessità di una campagna educativa. Si registra invece qualche incertezza da parte di Calabrò, che si dice tendenzialmente contrario ad “una città spiata”, anche se comunque riconosce che “a mali estremi, estremi rimedi”.

Riguardo all’impiantistica necessaria, Calabrò risponde che “la norma non consente ai Comuni di realizzare impianti, … attività in capo alle SRR”. 

Mamì risponde invece che bisogna attivare il centro per il riuso già previsto, ampliare le convenzioni con gli enti che si occupano di riciclaggio e stimolare l’utilizzo delle compostiere domestiche e collettive, magari con la creazione di orti urbani. Su questo non possiamo che essere d’accordo.

Lodevole e ben articolata la risposta di Sottile, secondo il quale bisogna:

– incentivare il compostaggio domestico;

– realizzare sul territorio comunale un centro di selezione e riuso dei materiali riciclabili;

– attivare un tavolo tecnico tra gli enti locali e le associazioni ambientaliste per trovare le soluzioni impiantistiche migliori.

Sia Mamì che Sottile in ogni caso si dicono contrari agli inceneritori.

 Veniamo adesso alla questione RAFFINERIA. La normativa vigente concede solo ai Sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela il diritto/dovere di esprimere le necessarie prescrizioni sanitarie a tutela della salute pubblica. Tuttavia, come dimostra un documento della stessa RAM recentemente pubblicato, gli effetti delle emissioni della Raffineria sono rilevanti in un ampio comprensorio che si estende almeno da Barcellona a Rometta.

Abbiamo quindi chiesto ai candidati se sono disposti ad attivare un tavolo di concertazione che coinvolga, oltre ai Sindaci di Milazzo e San Filippo del Mela, anche gli altri comuni del comprensorio ed i portatori di interesse, al fine di individuare le prescrizione necessarie a tutelare la salute pubblica attraverso una riduzione delle emissioni della raffineria.

Su questo è convintamente affermativa la risposta di Sottile.

Positiva anche la risposta di Mamì, che parla di possibile riconversione, glissando però sulle prescrizioni sanitarie necessarie “qui e ora”.

Calabrò si dice favorevole ad una concertazione delle necessarie prescrizioni sanitarie, sfruttando anche il rapporto privilegiato con il Sindaco di San Filippo del Mela. Tuttavia va fatta una precisazione in merito alla sua affermazione secondo cui “laddove le emissioni dovessero superare i limiti di tollerabilità stabiliti per legge, gli effetti nocivi per la salute coinvolgerebbero le popolazioni vicine ai Comuni che ospitano la Raffineria”. Una cosa sono le soglie di tollerabilità individuate secondo dati scientifici dall’OMS, la massima autorità sanitaria internazionale, una cosa sono i limiti di legge, che sono spesso molto più elevati e quindi non garantiscono l’assenza di rischi. Nella valle del Mela esistono molteplici criticità sanitarie, ma probabilmente nessuna di queste è dovuta ad emissioni oltre i limiti, che per determinate sostanze sono addirittura inesistenti. Le prescrizioni sanitarie dovrebbero servire proprio ad individuare limiti più adeguati, in accordo alle soglie di tollerabilità raccomandate dall’OMS e/o già vigenti in altre realtà internazionali più virtuose, al fine di porre fine ad inaccettabili rischi per la salute dei cittadini.

Riguardo agli altri quesiti, tutti e tre i candidati si dicono disposti a collaborare con le associazioni più competenti sulle questioni ambientali.

Nel complesso positive anche le risposte su costa, mare e torrenti. Da segnalare che per Mamì gli “impianti di depurazione” sono insufficienti e bisogna monitorarne lo stato. Sulla stessa lunghezza d’onda Sottile, che propone il potenziamento del depuratore.

Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela, ADASC, Coordinamento Ambientale Milazzo-Valle del Mela, Movimento No Inceneritori – Valle del Mela, Circolo Zero Waste Mela/Tirreno “Aimèe Carmoz” 

Queste le risposte integrali dei candidati: