Il ricorso al TAR contro l’Autorizzazione della Raffineria di Milazzo, presentato da sette comuni della valle del Mela con il nostro contributo tecnico, ha cominciato a dare i primi risultati tangibili. Tale ricorso ha infatti permesso di accertare la mancanza di alcuni limiti, tra cui il famigerato limite per i “COV” (composti organici volatili, in pratica idrocarburi e simili) emessi dal “camino E10”.
Il Ministero è stato quindi costretto a correggere tale madornale mancanza, inserendo nell’autorizzazione quanto meno i limiti più essenziali: a nulla è servito il finto allarme orchestrato dalla RAM e dai sindacati, con l’aiuto di qualche giornalista asservito, che minacciavano la chiusura se il limite sul camino E10 fosse entrato in vigore. A dispetto di quell’allarme, nel giro di pochi mesi la RAM è stata costretta a ridurre le emissioni di COV dal camino E10 di oltre 30 volte (da circa 600 mg/m3 a meno di 20 mg/m3), senza per questo ridurre (purtroppo) l’operatività dell’impianto.
Ciò permetterà di risparmiare, da quest’anno in poi, emissioni per oltre 200 tonnellate di idrocarburi l’anno. Purtroppo si tratta di un risultato ancora molto parziale, considerato che ogni anno migliaia di tonnellate di idrocarburi vengono emesse dalla Raffineria come emissioni “diffuse” (ovvero non convogliate nei camini), da tempo individuate come responsabili dei fetori insopportabili che spesso invadono la valle del Mela.
L’obiettivo minimo rimane quindi l’applicazione delle prescrizioni sanitarie, già espresse dai Sindaci competenti sulla base di una idonea valutazione sanitaria, ma colpevolmente non recepite dal Ministero. Per questo è importante che i comuni ricorrenti (Pace del Mela, Santa Lucia del Mela, Monforte San Giorgio, San Pier Niceto, Meri, Condrò e Gualtieri Sicaminò) insistano contestando questo grave abuso.
La giustizia amministrativa ha recentemente confermato che senza una valutazione sanitaria e senza le conseguenti prescrizioni sanitarie l’autorizzazione è illegittima. Tuttavia, con una sentenza alquanto singolare, i comuni ricorrenti non sono stati ritenuti idonei a lamentare questa mancanza, come se non li riguardasse. Da qui la necessità di un appello al CGA da parte degli stessi comuni, considerato assodato che i propri cittadini subiscono sulla propria pelle l’assenza delle prescrizioni sanitarie.
Nel frattempo anche il Comune di San Filippo del Mela ha presentato ricorso contro il mancato recepimento (previsto per legge) delle proprie prescrizioni sanitarie nell’ultimo riesame dell’A.I.A. (autorizzazione integrata ambientale) della RAM. Un episodio scandaloso che meriterebbe provvedimenti anche di natura penale, considerato che mette a rischio la salute di circa 100 mila persone.
E’ quindi inevitabile che prima o poi la giustizia amministrativa riconosca la necessità di recepire le prescrizioni sanitarie nell’A.I.A. della RAM, ma importantissimo è il fattore tempo: ogni lungaggine si traduce inevitabilmente in maggiori rischi per la salute dei cittadini.
Per questo invitiamo le associazioni potenzialmente legittimate e i cittadini interessati ad intervenire nel ricorso del comune filippese, al fine di risvegliarne l’iter, che altrimenti rischia di essere molto lento.
Purtroppo con la raffineria di Milazzo si sono dette tante bugie, in quanto gli interessi sono altissimi. Ma addirittura anche i Sindacati d’accordo, lo trovo assurdo.
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