Autorizzazione definitiva ad un nuovo impianto inquinante nella valle del Mela. Ma è illegittima: occorre un ricorso al TAR

Anche la Regione ha dato il via libera definitivo ad una nuova Centrale Termoelettrica proposta dalla Duferco, da realizzarsi a Giammoro. L’anno scorso l’impianto aveva già ottenuto un primo via libera dal Ministero dell’Ambiente, che lo aveva escluso dalla Valutazione di Impatto Ambientale. Un provvedimento illegittimo contro cui abbiamo presentato un ricorso gerarchico all’allora Ministro Sergio Costa, senza ottenere alcun riscontro.

La buona notizia è che adesso l’autorizzazione definitiva risulta ancora più palesemente illegittima e quindi, con un ricorso al TAR, potrebbe essere facilmente annullata.

Nell’autorizzazione vi è infatti un palese travisamento della vigenza normativa. Nelle nostre osservazioni abbiamo invocato il rispetto dell’art. 271 del codice, che impone la valutazione degli effetti cumulativi delle emissioni dell’impianto da autorizzare con quelle degli impianti già presenti nella zona. Una valutazione che non è stata fatta, poichè secondo l’autorizzazione l’art. 271 del codice non si applicherebbe alle Autorizzazioni Integrate Ambientali. Un’ interpretazione normativa palesemente erronea, già smentita da una recente decisione del TAR di Catania [1] (lo stesso cui spetterebbe la decisione su questa nuova autorizzazione, in caso di ricorso).

Insomma ci sono tutte le carte in regola per poter annullare questo ennesimo affronto alla valle del Mela e scongiurare un altro impianto inquinante nel nostro già martoriato territorio.

Un impianto non comparabile per dimensioni alla raffineria o alla già presente centrale A2A, ma che comunque avrebbe emissioni da non trascurare in un contesto già critico come quello della valle del Mela.

L’autorizzazione infatti prevede, per ogni ora di funzionamento, l’emissione di 7,8 Kg di ossidi di azoto (NOx), 2,6 Kg di monossido di carbonio (CO) e 1,6 Kg l’ora di ammoniaca (NH3).

L’impianto in questione non funzionerebbe in maniera continua, ma “a singhiozzo” e questo potrebbe far crescere di molto le emissioni complessive.

Infatti per ogni fase di arresto e riavvio è prevista l’emissione aggiuntiva di 6,2 kg di NOx e di 6,9 kg di CO (vedi pag. 25 del Parere Istruttorio allegato all’autorizzazione).

A preoccupare sarebbero soprattutto le emissioni di NOx che, combinandosi con gli idrocarburi volatili presenti in alte concentrazioni nella zona, potrebbero far aumentare i già pericolosi livelli di ozono troposferico nella zona.

Neanche l’impatto paesaggistico sarebbe indifferente, considerata ad esempio la ciminiera alta 25 metri e larga 4.

Pertanto rivolgiamo un appello a tutti i soggetti (associazioni, amministrazioni, cittadini) potenzialmente legittimati a ricorrere: non lasciamoci sfuggire l’occasione di scongiurare facilmente quest’altro impianto inquinante di cui non si sente affatto la necessità; ci sono poche settimane di tempo, contattateci al più presto (email: cittadinicontroinceneritore@gmail.com).

Si allega qui l’autorizzazione da impugnare, pubblicata sulla GURS del 30 luglio 2021:

Nota:

[1] Nell’ambito del ricorso ancora pendente sull’autorizzazione della Raffineria di Milazzo il TAR ha disposto la verificazione in merito al supposto mancato rispetto proprio dell’art. 271 del Codice, proprio in quanto trova applicazione anche e soprattutto nelle Autorizzazioni Integrate Ambientali. Peraltro neanche gli avvocati della Raffineria hanno sostenuto la tesi inverosimile su cui si basa l’autorizzazione rilasciata dalla Regione alla Duferco.

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