Nelle ultime settimane vari Sindaci della valle del Mela (in particolare i Sindaci di Santa Lucia del Mela, Pace del Mela, Monforte San Giorgio, Condrò e San Pier Niceto) hanno preso posizione a difesa del Piano regionale di tutela della qualità dell’aria, che punta a ridurre decisamente l’inquinamento nella valle del Mela e nelle altre aree inquinate della Sicilia.
Contro il Piano si sono schierate le raffinerie siciliane, che sarebbero costrette a ridurre le proprie emissioni inquinanti, attraverso l’implementazione delle migliori tecnologie disponibili.
Ieri è tornato sulla questione anche il Sindaco di Milazzo [1], stavolta diffondendo un video, analogamente a quanto fatto da altri suoi colleghi della valle del Mela. Ma, al contrario di questi ultimi, il Sindaco Formica non ha preso posizione a difesa del Piano, bensì ha chiesto alla Regione di chiarire se la Raffineria mente o dice la verità quando parla di limiti “irraggiungibili”.
Caro Sindaco Formica, per rispondere a questa legittima domanda basta semplicemente leggere le carte prodotte in questi ultimi 3 anni dalla Raffineria di Milazzo.
Perchè il Piano di qualità dell’aria non è certo spuntato all’improvviso come un fungo. I limiti oggi contestati dalla RAM sono noti almeno dal 23 febbraio 2017, quando l’allora Giunta regionale Crocetta ha “apprezzato”, con la Delibera n.77/2017, la proposta di Piano redatta da ARPA Sicilia.
Successivamente il Piano è stato sottoposto a Valutazione Ambientale Strategica (VAS): una procedura in cui i soggetti interessati possono esprimere le proprie osservazioni sul Piano, obbligando l’Autorità competente a tenerne conto prima dell’approvazione.
Ebbene, lo sapete quali osservazioni ha presentato la Raffineria di Milazzo nell’ambito della VAS sul Piano di qualità dell’aria? NESSUNA!
Dopo aver superato la VAS, l’approvazione del Piano era quasi un atto dovuto (o quanto meno doveroso), atto che è toccato alla Giunta Musumeci nel luglio 2018.
E’ a questo punto che si sono scatenati i vari ricorsi delle industrie contro il Piano, tra cui quello della Raffineria di Milazzo. Questi ricorsi dimostrano forse che i limiti del Piano sono irraggiungibili? Nient’affatto, anzi non ci provano neanche (evidentemente perchè sanno che non sono affatto irraggiungibili).
Invitiamo l’Assessore regionale Cordaro, i sindacati, il Sindaco ed consiglieri di Milazzo a leggere il ricorso presentato dalla Raffineria di Milazzo contro il Piano di qualità dell’aria [2]: nel ricorso i limiti vengono definiti ingiustificati, gravosi, penalizzanti, costosi, ma mai “irraggiungibili” e men che meno esiste una dimostrazione della loro presunta irraggiungibilità. Ad ogni modo ARPA Sicilia ha smontato punto per punto le argomentazioni della RAM con la seguente Relazione.
Se neanche la Raffineria di Milazzo ha tentato di dimostrare che i limiti del Piano rappresentano obbiettivi irraggiungibili, pur avendo avuto diverse occasioni per farlo (quanto meno nella VAS e nel suo ricorso al TAR), è evidente che si tratta di una pura e semplice presa in giro.
Peraltro anche i ricorsi delle altre raffinerie siciliane smentiscono la tesi della presunta “irraggiungibilità” dei limiti del Piano, quantificando i costi che sarebbero necessari per adeguarsi: 150-180 Milioni di euro, che, spalmati fino al 2027 (anno in cui i limiti entreranno a pieno regime), non rappresentano affatto un investimento “impossibile”, bensì doveroso, visto che serve a risparmiare malattie e sofferenze.
Per quanto tempo ancora quindi l’Assessore regionale Cordaro, il Sindaco Formica, i consiglieri comunali di Milazzo ed i sindacati sono disposti a farsi prendere in giro dalla Raffineria di Milazzo?
Piuttosto il Sindaco rammenti il proprio dovere, in qualità di massima autorità sanitaria locale, di tutelare la salute dei propri concittadini, non solo difendendo il Piano di qualità dell’aria, ma anche esprimendo le ulteriori prescrizioni necessarie a tutelare la salute pubblica.
Note:
[2] Il ricorso della Raffineria di Milazzo è scaricabile dal portale del MATTM (https://va.minambiente.it/File/Documento/354814), in allegato alla nota con cui la RAM ha presentato l’ultima domanda di riesame AIA (da pag. 9 in poi).