Incredibile richiesta della Raffineria al Ministero: omettere di applicare il Piano Aria anti-inquinamento

L’estate scorsa la Regione ha approvato il Piano di qualità dell’aria che dispone, entro il 2027, una notevole riduzione dei macroinquinanti emessi dai principali impianti industriali della Sicilia.

Nel gennaio scorso la Regione ha comunicato al Ministero dell’Ambiente l’avvenuta approvazione del Piano in questione.  In considerazione di ciò l’Ufficio di gabinetto del Ministro Costa ha sollecitato il riesame dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) della Raffineria di Milazzo. Pertanto la Direzione Valutazioni Ambientali del Ministero si è vista costretta, nel mese di febbraio, a disporre il riesame delle AIA non solo della RAM, ma di tutte le raffinerie siciliane, al fine di recepire le disposizioni del Piano aria.

Entro il 30 aprile la Raffineria avrebbe dovuto produrre tutta la documentazione inerente la procedura di riesame. Invece, inaspettatamente, non solo non ha prodotto  buona parte di tale documentazione, ma ha anche chiesto al Ministero di omettere l’applicazione del Piano aria.

A supporto della propria richiesta la Raffineria ha prodotto il suo ricorso contro il Piano di qualità dell’aria. Come se presentare ricorso, senza alcun pronunciamento dei giudici,  già da solo potesse bastare ad invalidare il Piano. Ad oggi il ricorso infatti non è stato nè discusso nè tanto meno è stato emesso alcun giudizio su di esso. Il Piano di qualità dell’aria è quindi perfettamente vigente.

Ricordiamo che il recepimento nelle AIA dei Piani di qualità dell’aria non è una facoltà, ma un obbligo di legge ai sensi dell’art. 29-septies del Codice ambientale.

Sembra quindi incredibile che, pur di evitare di ridurre l’inquinamento, la Raffineria di Milazzo inviti spudoratamente il Ministero a violare la legge, peraltro con un atto pubblico da pochi giorni pubblicato sul portale del Ministero.

In effetti sembra incredibile, ma non lo è, visto che già 2 anni fa il Ministero dell’ambiente ha disapplicato le prescrizioni del Piano regionale dei rifiuti in riferimento alla procedura riguardante l’inceneritore del Mela, nonostante la diffida a suo tempo da noi inviata in tal senso [1].

Di certo una simile omissione oggi sarebbe ancora più grave, visto che stavolta il riesame dell’AIA è stato disposto proprio con il preciso scopo di recepire il Piano dell’Aria che la RAM non vorrebbe venisse applicato.

Auspichiamo sulla vicenda un sollecito intervento del Ministro Costa, non solo affinchè l’incredibile richiesta della RAM cada nel voto (come sarebbe ovvio in un paese normale), ma anche affinchè la Raffineria venga costretta in tempi brevissimi a produrre la documentazione mancante.

Su quest’ultimo aspetto sono comprensibili i motivi che potrebbero aver spinto la Raffineria a non produrre alcuni documenti e a porre la segretezza industriale su altri. E’ infatti pendente al TAR Catania un ricorso, presentato da diversi comuni con l’intervento di varie associazioni, contro gli aspetti illegittimi della attuale AIA della Raffineria. Nel ricorso, oltre all’illegittimo “ritiro” delle “prescrizioni sanitarie” da parte dei comuni di Milazzo e San Filippo del Mela, si contesta anche il fatto che per diversi inquinanti molti limiti sarebbero “spariti“. Proprio su quest’ultimo aspetto prettamente matematico i giudici del TAR hanno invocato l’ausilio di una consulenza tecnica.

Tra i documenti che la RAM avrebbe dovuto produrre in occasione dell’odierno riesame c’era anche quello riguardante le emissioni ed i limiti attualmente vigenti. La produzione di tale documento avrebbe reso evidente a tutti (per stessa ammissione di un documento della RAM) che su alcuni camini diversi limiti mancano del tutto o sono meno restrittivi rispetto alla precedente autorizzazione. Ciò avrebbe reso superflua la consulenza tecnica e avviato il ricorso in decisione immediata.

Note:

[1] Per fortuna in seguito l’inceneritore è stato bocciato per il diniego del Ministero dei Beni Culturali e la decisione del Consiglio dei Ministri del 4 ottobre 2018.

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