Com’è risaputo, gli impianti industriali devono rispettare ben precise regole (chiamate prescrizioni) contenute nell’Autorizzazione Integrata Ambientale (A.I.A.).
Nei giorni scorsi il Ministro Costa ha rivelato che il Ministero dell’Ambiente ha diffidato la Raffineria di Milazzo per diverse violazioni dell’A.I.A. [1]. Si tratta di un fatto grave, che potrebbe avere rilevanza penale (ricordiamo che sulla Raffineria di Milazzo gravano già diverse richieste di rinvio a giudizio).
Singolari sono state le reazioni della stampa locale e del Sindaco di Milazzo. Infatti Giovanni Formica e la Gazzetta del Sud hanno praticamente ignorato la notizia, preferendo ingaggiare con il Ministro una polemicuccia da strapazzo [2].
Ancora più strano è un articolo di OggiMilazzo dal titolo altisonante: “Diffida del Ministero dell’Ambiente alla Raffineria di Milazzo, ecco tutta la verità“.
L’articolo sembra voler negare le violazioni della Raffineria, stigmatizzando chi ha “dato per scontato che la Raffineria non avrebbe ottemperato alla nuova Aia”. Riguardo alla diffida l’autore fa credere (e probabilmente lo crede anche lui) di essere in possesso di un documento riservato, che però si guarda bene dal pubblicare. Infatti afferma che “tutta la polemica parte da una nota inviata all’indirizzo della Ram. Una lettera i cui contenuti non sono stati resi noti ma che Oggi Milazzo è in grado di rivelare”.
Qui c’è già la prima gaffe dell’articolo: la diffida inviata dal Ministero alla RAM in ottobre non è affatto un documento riservato, ma è pubblicata sul Portale del Ministero dell’Ambiente [3]
In più OggiMilazzo sembra voler nascondere che la diffida sia legata a violazioni dell’A.I.A., che a suo dire “c’entra poco”.
Ignorando che si trattasse di un documento pubblico, probabilmente l’autore dell’articolo non temeva di essere smentito. Invece basta leggere il vero documento per scoprire che la realtà è ben diversa: la diffida è infatti dovuta proprio alle violazioni dell’AIA da parte della Raffineria, riscontrate nell’ ispezione di aprile 2018.
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Come fa quindi OggiMilazzo ad affermare che l’AIA “c’entra poco”?
Sul portale del Ministero è pubblicato anche il Rapporto conclusivo dell’ispezione [4], ove si afferma chiaramente che “per effetto della visita in loco ISPRA, d’intesa con ARPA Sicilia, ha accertato la violazione delle seguenti prescrizioni dell’atto autorizzativo…” (pag. 27).
Si tratta di violazioni correlate allo sversamento di prodotti petroliferi da un serbatoio della Raffineria nel marzo 2018, quando chiazze di idrocarburi sono state riscontrate anche a mare. Quindi è molto probabile che tali violazioni, oltre a comportare una sanzione pecuniaria, abbiano anche una importante rilevanza penale. Infatti sia Ispra che il Ministero dell’Ambiente hanno trasmesso l’informativa sulle violazioni alla Procura di Barcellona Pozzo di Gotto. Siamo fiduciosi che la magistratura stia compiendo le dovute indagini.
Riteniamo che a questo punto OggiMilazzo debba rispondere a dei seri interrogativi:
- Qual è la fonte misteriosa del miserevole “scoop” sulla diffida del Ministero? Perchè OggiMilazzo non la cita?
- Come fa ad affermare che l’AIA “c’entra poco” con la diffida, se la diffida afferma proprio il contrario? Perchè ha cercato di far credere che la diffida non c’entrasse nulla con le violazioni dell’AIA commesse dalla Raffineria?
- L’intento era nascondere l’esistenza stessa di tali violazioni? In caso contrario perché l’articolo non ne ha fatto menzione, sebbene tali violazioni fossero chiaramente la causa della diffida?
- Si è trattato di un semplice abbaglio o cercava di coprire qualcuno?
Quanto alla Raffineria, non è certo la prima volta che viene “beccata” a violare le norme a cui si deve attenere. Violazioni sarebbero state riscontrate anche in occasione dell’incendio del 27 settembre 2014: per quei fatti la Procura di Barcellona ha recentemente emesso ben nove richieste di rinvio a giudizio per altrettanti responsabili della Raffineria [5]. Altre violazioni con relative diffide sono consultabili sul portale del Ministero dell’Ambiente.
Ma ci chiediamo se le violazioni riscontrate finora non siano solo la punta dell’iceberg. Ad esempio è stata effettuata un’ispezione in seguito al recente black-out di settembre 2018, quando tonnellate di prodotto petrolifero sono state bruciate in torcia per ore, inondando la valle del Mela di fumo nero (e verosimilmente carico di sostanze tossiche)?E che dire dell’incendio del dicembre 2017, che solo per un caso fortuito ha provocato solo tre feriti?
Una serie di incidenti così frequenti fa venire il sospetto che le violazioni delle prescrizioni siano in realtà ben più frequenti di quanto finora accertato. Che ne pensa il Ministero di aumentare le ispezioni e i controlli?
Ora si capisce perchè la RAM abbia fatto di tutto affinchè il Sindaco Formica e il Commissario Biancuzzo ritirassero le “prescrizioni sanitarie”, che avrebbero garantito una significativa riduzione dell’inquinamento: se non è capace di rispettare le prescrizioni già vigenti, figurarsi le “prescrizioni sanitarie”, che sono molto più stringenti. Comunque le prescrizioni sanitarie molto probabilmente saranno riattivate dal TAR Catania tra meno di tre mesi, quindi è bene che la Raffineria cominci ad abituarsi all’idea di dover “mettere la testa a posto”, rispettando finalmente questo martoriato territorio.
AGGIORNAMENTO 11 dicembre: Stamane la Gazzetta del Sud, a seguito delle polemiche, ha finalmente dato la notizia delle violazioni AIA commesse dalla Raffineria, ma cercando di sminuirle in quanto riguardanti l’Autorizzazione del 2011. Le violazioni sono state accertate a seguito dell’ispezione di aprile, mentre la nuova AIA è stata rilasciata nel mese di maggio, quindi è ovvio che riguardassero l’AIA precedente. In ogni caso le violazioni sono correlate allo sversamento di una quantità indefinita di prodotto petrolifero nel sottosuolo e nelle falde acquifere, avvenuto nel mese di marzo. Le potenziali conseguenze per la salute dei cittadini potrebbero essere in atto e prodursi anche negli anni a venire. Proprio a causa di tali violazioni la Raffineria è stata diffidata dal Ministero nel mese di ottobre, il Ministro ne ha parlato pochi giorni fa, l’inchiesta della magistratura è ancora in corso, e la Gazzetta ci vorrebbe far credere che è acqua passata???
Al contrario della Gazzetta, sembra che la Raffineria si ostini ancora a negare l’evidenza, affermando che “NON CI SONO MAI STATE VIOLAZIONI DELLE PRESCRIZIONI AIA”, secondo quanto riportato da Tempostretto [6].
Note:
[1] Si veda: http://www.facebook.com/SergioCostaMinistroAmbiente/photos/a.377699326073786/508054959704888
[2] Si veda: http://www.facebook.com/delMela/posts/2419150531446936
[3] La diffida in questione è scaricabile al seguente link: http://www.va.minambiente.it/File/Documento/316916
[4] Rapporto conclusivo dell’ispezione alla Raffineria di Milazzo del 9-13 aprile 2018, emesso il 28/6/2018, scaricabile al seguente link: http://www.va.minambiente.it/File/Documento/290816
[6] Si veda la parte finale del seguente articolo: https://www.tempostretto.it/news/tirreno-sindaco-milazzo-ripreso-dagli-ambientalisti-punto-inquinamento.html).