L’europa “boccia” gli inceneritori: verso uno stop ai finanziamenti. Ma in Italia continuano.

Brutte notizie per la lobby internazionale degli inceneritori. La Commissione europea ha proposto un nuovo regolamento per i Fondi europei di sviluppo, che  esclude gli inceneritori dai finanziamenti. I fondi verranno invece indirizzati verso scelte di gerarchia dei rifiuti più elevate: prevenzione, riutilizzo e riciclaggio. Giovedì 25 Ottobre la proposta ha già ottenuto il parere favorevole della Commissione Ambiente del Parlamento europeo.  Si aspetta adesso il parere della Commissione per lo sviluppo regionale, previsto per il 21 novembre [1].

Si tratterebbe di un duro colpo per gli inceneritori europei, che finora hanno beneficiato, specie in alcuni paesi, di lauti finanziamenti pubblici. E’ noto che la  sopravvivenza e redditività degli inceneritori dipende proprio da finanziamenti pubblici, essendo di per sè antieconomici e quindi incapaci di mantenersi in un libero mercato.

Se la proposta della Commissione europea verrà approvata, l’Italia resterà forse l’unico paese europeo dove i soldi dei cittadini vengono regalati agli inceneritori, spacciandoli per incentivi alle “energie rinnovabili”.

Una sorta di “truffa legalizzata” a cui diede il via il Mise con il DM 6 luglio 2012, quando era in carica il Governo Monti: il decreto (vedi art. 8, comma 4, e art. 18) assimila infatti i rifiuti urbani, speciali ed il CSS alle biomasse, come se fossero costituiti per il 51% da rifiuti biodegradabili. Così facendo gli incentivi destinati alle energie rinnovabili vengono dirottati sugli inceneritori. Gli incentivi vengono estesi anche all’incenerimento degli pneumatici, “per i quali si assume una percentuale forfettaria di biodegradabilità pari al 35%”: in altre parole persino bruciare i copertoni viene incentivato come se fosse “energia rinnovabile”.

passera
Passera

A capo del Mise si trovava all’epoca l’ex Ministro Corrado Passera con il Sottosegretario De Vincenti, poi in seguito diventato Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel Governo Renzi e Ministro per il mezzogiorno nel Governo Gentiloni. De Vincenti è stato coinvolto nello scandalo delle intercettazioni sulla Centrale a carbone di Vado Ligure, accusata dalla magistratura della morte di centinaia di persone per inquinamento [2].

de vincenti
De Vincenti

In particolare De Vincenti  (all’epoca dei fatti Viceministro dello sviluppo economico) avrebbe suggerito all’azienda un’escamotage per aggirare le prescrizioni.

Gli incentivi agli inceneritori previsti nel DM 6/7/2012 sono stati poi riconfermati nel “Decreto rinnovabili” del 23/6/2016, in particolare con il solito comma 4 dell’art. 8 (Errare humanum est, perseverare autem diabolicum). In questo caso in carica era il Governo Renzi ed i firmatari del Decreto sono stati Carlo Calenda (ex Ministro S.E.), il disastroso ex Ministro dell’Ambiente Galletti e l’attuale segretario del PD Maurizio martinaMartina, all’epoca Ministro delle politiche agricole.

Questi incentivi sono molto probabilmente alla base del progetto dell’inceneritore del Mela, così come degli altri progetti di inceneritori spuntati in questi ultimi anni  in tutta Italia. Infatti le aziende come A2A perseguono, com’è ovvio, i propri profitti: se questi si possono fare meglio con gli inceneritori, grazie agli incentivi statali, allora le aziende sono incentivate a buttarsi in questo business.

Recentemente l’attuale governo ha bocciato il progetto dell’inceneritore, ma ciò non risolve del tutto il pericolo per la valle del Mela: finchè gli incentivi agli inceneritori resteranno in vigore A2A molto probabilmente continuerà ad insistere con questo o altri progetti scellerati.

Note:

[1] https://zerowasteeurope.eu/2018/10/envi-committee-cut-incineration-funding/

[2] https://www.iltempo.it/politica/2015/07/16/news/suggeri-come-aggirare-leggi-bufera-sul-sottosegretario-982478/

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