Ci siamo. L’iter autorizzativo del mega-inceneritore di A2A che minaccia la Valle del Mela e dintorni giunge al round finale, con un parere positivo del Ministero dell’inquinamento (cha alcuni si ostinano ancora a chiamare “Ministero dell’Ambiente”) ed il parere negativo del Ministero dei Beni Culturali.
Adesso la palla è passata al Consiglio dei Ministri, che potrebbe anche chiedere un pronunciamento da parte della Regione [1].
La Manifestazione NO inceneritore, che si terrà questa Domenica alle 15, con partenza da Piazza San Papino a Milazzo, a questo punto diventa più importante che mai: è necessario che cittadini, politici e amministratori facciano pressione su Regione e Governo per scongiurare l’autorizzazione.
La manifestazione serve per chiarire definitivamente a tutti gli attori politici e istituzionali da che parte sta la volontà popolare. Serve anche per pretendere e stimolare un intervento proficuo da parte della politica e delle amministrazioni locali nei confronti del Governo centrale e della Regione. Senza escludere ovviamente azioni eclatanti del movimento contro l’inceneritore anche a Roma.
Entrando nel merito dei pareri ministeriali, da pochi giorni è stato reso pubblico il parere del “Ministero dell’Ambiente”, o meglio della Commissione Tecnica di Valutazione Ambientale (CTVIA). Eppure è datato 13 Ottobre 2017: come mai ci hanno messo più di 3 mesi a pubblicarlo? E come mai in questi 3 mesi ci hanno sempre negato il diritto di accesso a tale parere, come se fosse un segreto di stato? Circa 10 giorni fa hanno negato l’accesso addirittura al Comune di San Filippo del Mela: nella risposta il MATTM ha dichiarato di ritenere “ragionevole” differire l’accesso agli atti di 90 giorni. Dopo una settimana invece hanno deciso di pubblicare il parere online: come mai questo improvviso cambio di programma?
Abbiamo chiamato la responsabile del procedimento al Ministero dell’Ambiente per avere lumi in merito, ricevendo una risposta un po’ imbarazzata, o meglio una non-risposta: “abbiamo deciso di pubblicarlo adesso”.
E’ possibile fare un’ipotesi: forse dopo la nostra richiesta di revisione del parere (inviata nel mese di Novembre sulla base delle carenze, dal punto di vista legale, del progetto di A2A) erano indecisi se aggiustare o meno certi “errori” di valutazione? E quando hanno capito che aggiustando certi “errori” il parere sarebbe dovuto diventare negativo hanno deciso di lasciarlo così com’è e di renderlo finalmente pubblico?
Sta di fatto che leggendo il parere della CTVIA si ha quasi l’impressione che sia stato scritto da A2A: infatti gran parte del parere si limita a riproporre gli stessi contenuti (addirittura le stesse frasi e gli stessi periodi!) dello Studio di Impatto Ambientale presentato da A2A. Invece non sono state prese in considerazione le argomentazioni di centinaia e centinaia di pagine di osservazioni e pareri contrari al progetto, come se all’improvviso, magari per disposizioni dall’alto, bisognasse formulare un parere positivo in quattro e quattr’otto.
Quel che è certo è che l’assenza del parere della Regione (un parere peraltro più volte promesso da Crocetta e Croce) ha giocato un ruolo importante, in quanto nel parere della CTVIA tale assenza viene sottolineata.
Recentemente è arrivata anche l’ennesima conferma del parere negativo del Ministero dei Beni Culturali (MiBACT). Nonostante quest’ultimo lo avesse già più volte espresso e ribadito, nel mese di Ottobre il Ministero dell’Ambiente ha chiesto al MiBACT di riconsiderare nuovamente il proprio parere, forse sperando che potesse cambiare, magari grazie ad un intervento “miracoloso” del Soprintendente di Messina Orazio Micali, la cui posizione favorevole all’inceneritore di A2A è da tempo ai più abbastanza evidente.
Ma il Piano Paesaggistico approvato ormai da un anno vieta chiaramente la realizzazione dell’inceneritore in quell’area. E’ così difficile negare tale evidenza che stavolta il Soprintendente non ha potuto fare di “meglio” (o di peggio dal nostro punto di vista) che astenersi dall’esprimere ogni parere o comunicazione. Probabilmente in questa “astensione” avrà giocato un ruolo anche il clamore suscitato dalla protesta di fronte alla Soprintendenza del 13 Dicembre, nonchè la consapevolezza delle azioni legali a cui sarebbe andato incontro (noi stessi l’abbiamo avvertito senza troppi giri di parole) se avesse rilasciato un parere in plateale contrasto con il vigente Piano Paesaggistico.
Adesso Micali non si lamenti più di essere stato “scavalcato” dal MiBACT, che ha riconfermato il proprio parere negativo in assenza di un nuovo parere della Soprintendenza: non poteva mica aspettare all’infinito.
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Note:
[1] L’art. 14-quater, comma 3, della legge 241/90 vigente al momento dell’avvio della procedura (e che quindi si applica alla procedura in corso) prevede che, “ove venga espresso motivato dissenso da parte di un’amministrazione preposta alla tutela ambientale, paesaggistico-territoriale (come in questo caso, che il MiBACT ha espresso parere negativo, NdR), . . . la questione, in attuazione e nel rispetto del principio di leale collaborazione e dell’articolo 120 della Costituzione, è rimessa dall’amministrazione procedente alla deliberazione del Consiglio dei Ministri, che ha natura di atto di alta amministrazione. Il Consiglio dei Ministri si pronuncia entro sessanta giorni, previa intesa con la Regione o le Regioni e le Province autonome interessate”.
Anche il comma 5 dello stesso articolo demanda la decisione al Consiglio dei Ministri in casi analoghi al “nostro”.