Il 7 Giugno il Presidente della Regione Crocetta ha firmato un’ordinanza, avallata dal Ministro dell’Ambiente Galletti, in cui si annunciano entro Ottobre bandi pubblici per la realizzazione di inceneritori in Sicilia.
Ancora non si conosce con precisione nè il loro numero, nè la loro localizzazione, anche se in una successiva conferenza stampa del 9 Giugno il Presidente Crocetta ha parlato dell’eventualità di 5 inceneritori da realizzare in prossimità delle 5 discariche dell’isola. Tuttavia non ci sarebbe da meravigliarsi se Crocetta cambiasse idea per l’ennesima volta. Se Crocetta vuole veramente localizzare gli inceneritori solo in prossimità delle attuali discariche, perchè nell’ordinanza ha inserito anche le discariche dismesse e le zone industriali come possibili localizzazioni degli inceneritori? Stando al testo dell’ordinanza infatti sembrerebbero in lizza anche l’area di Milazzo-Valle del Mela e quella di Mazzarrà-Furnari.
Oltre tutto le espressioni con cui Crocetta tratta l’argomento non giovano certo alla sua credibilità, soprattutto quando parla di “termovalorizzatori ad emissioni zero” (seguendo in questo il proprio amico-nemico Davide Faraone): affermazioni al di fuori della realtà, in quanto anche i più moderni inceneritori (o termovalorizzatori che dir si voglia) sono caratterizzati da un grave rischio sanitario ed ambientale, confermato dagli ultimi studi epidemiologici.
A proposito della Valle del Mela nella suddetta conferenza stampa Crocetta ha anche menzionato il mega-inceneritore proposto da A2A, mostrandosi in quel caso tendenzialmente contrario. Verrebbe allora da chiedersi perchè la Regione non ha ancora espresso ufficialmente un parere su tale progetto, sebbene sollecitata in tal senso anche dal nostro comitato. Sulla base del proprio Piano di Gestione dei Rifiuti, infatti, la Regione non potrebbe che dare un parere negativo al progetto di A2A, ma così finora non è stato.
Quello che invece l’ordinanza di Crocetta dice chiaramente è che gli inceneritori che ha in mente dovrebbero bruciare complessivamente 700 mila tonnellate l’anno di munnizza, per adattarsi ai calcoli di un Programma nazionale che ancora non è neanche entrato in vigore e che l’europa dice debba prima essere sottoposto a VAS (Valutazione Ambientale Strategica). Un Programma, lo ricordiamo, figlio dello “sblocca-inceneritori”, ovvero l’Art.35 dello “sblocca-italia” che varie associazioni e movimenti vorrebbero abrogare con il referendum per il quale è in atto la raccolta firme (si può firmare negli uffici di ogni comune entro il 23 Giugno).
Come abbiamo già evidenziato in precedenza, il Programma in questione è caratterizzato da calcoli spropositati e per nulla coerenti con le direttive europee, che potrebbero subire sostanziali modifiche prima della loro eventuale approvazione. La Regione Siciliana invece li prende già per oro colato, sebbene è il proprio stesso Piano di Gestione dei Rifiuti a smentirli esplicitamente.
Da pochi mesi la Sicilia si era finalmente dotata di un Piano regionale di gestione dei rifiuti soddisfacente e coerente con le direttive europee. Certo, non c’è stato molto tempo per applicarlo, ma, vista l’emergenza, perchè non sono stati subito indetti, con la stessa solerzia con cui ora si vorrebbero realizzare gli inceneritori, bandi pubblici per la realizzazione di impianti di compostaggio, di digestione anaerobica, di trattamento meccanico biologico dell’indifferenziata con recupero di materia? Si tratta di impianti meno costosi degli inceneritori e la cui realizzazione richiede tempi più brevi. Erano queste le previsioni del Piano e certamente avrebbero creato le premesse per una soluzione avanzata e duratura al problema dei rifiuti, in linea con la direttiva europea sulla “Gerarchia dei Rifiuti“.
Evidentemente a prevalere sono stati ben altri interessi e pressioni (dal Governo e non solo). Ci sono voluti ben 4 anni per partorire ed approvare un Piano dei rifiuti decente e adesso, dopo neanche 5 mesi dalla sua approvazione, la Regione annuncia di volerlo rifare da capo per obbedire a dei calcoli sbagliati che ancora non sono neanche in vigore.
Tutto ciò ha del paradossale e testimonia l’ennesimo affronto alla Sicilia a cui il governo regionale non è capace o non vuole opporsi.
Non stupisce quindi che c’è già chi pensa a ricorrere al TAR contro l’ordinanza appena firmata da Crocetta. Quando i problemi non vengono gestiti seguendo le regole e il buon senso, ad esempio applicando la direttiva europea sulla “Gerarchia dei Rifiuti“, può succedere che alla fine tutto resti come prima. Con la Sicilia sommersa dalla spazzatura e con l’eterna minaccia degli inceneritori.
Ciò che è certo è che adesso i cittadini non dovranno lottare più solo contro il gigantesco inceneritore privato di A2A, ma dovranno mobilitarsi anche contro i vari inceneritori più subdoli che hanno in mente i governi regionale e nazionale.