Una settimana fa abbiamo diffuso la notizia che la Commissione tecnica del Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera ad un’ulteriore Centrale Termoelettrica nella valle del Mela. Il progetto è della Duferco, attuale gestore dell’impianto siderurgico di Giammoro. Diventerebbero dunque due le centrali termoelettriche nella valle del Mela, a poche centinaia di metri l’una dall’altra: un paradosso che probabilmente non ha eguali in nessun’altra parte del mondo.
La Commissione tecnica (in gran parte identica a quella che nel 2017 diede parere favorevole all’inceneritore del Mela) ha deciso a maggioranza (9 i contrari) che il progetto della Duferco non necessita di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA).
Esattamente un anno fa il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa annunciava la nomina di una nuova Commissione tecnica, frutto di selezione pubblica trasparente, in sostituzione della vecchia Commissione nominata più di 10 anni fa per chiamata diretta. Tuttavia, a causa della solita lentezza burocratica, la sostituzione non è avvenuta subito, ma solo il 25 maggio scorso. Ciò ha dato il tempo alla vecchia Commissione di emettere il parere positivo sull’impianto Duferco, probabilmente il suo ultimo nefando lascito (il parere è del 22 maggio, sebbene reso pubblico dopo più di 2 mesi).
Si tratta in ogni caso di un parere palesemente illegittimo e carente sotto vari profili. Diversi aspetti che la Commissione è obbligata per legge a valutare non sono stati valutati. Ad esempio vengono ignorati i possibili impatti sulle criticità già esistenti nella valle del Mela. L’impianto in questione emetterebbe circa 8 kg l’ora di ossidi di azoto. Si tratta di sostanze che, in presenza degli elevati livelli di idrocarburi presenti nella valle del Mela, si convertono facilmente in ozono, il quale, a certe concentrazioni, può risultare molto pericoloso per la salute umana. Di recente i livelli di ozono hanno superato i limiti di legge nella valle del Mela. Cosa succederebbe se venisse realizzato il nuovo impianto? Il parere della Commissione ministeriale non affronta affatto la questione, nonostante fosse stata oggetto delle nostre osservazioni. Il fatto di non aver motivato il rigetto delle nostre e di altre osservazioni rappresenta, già di per sè, un profilo di illegittimità tale da rendere il parere annullabile.
Persino il parere del Ministero dei beni culturali (MiBACT) non è stato adeguatamente valutato dalla Commissione tecnica. Per il MiBACT il progetto in questione andrebbe sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale anche in considerazione della “sensibilità del contesto, proiettato verso il golfo di Milazzo, territorio di grande pregio paesaggistico“. Invece la Commissione tecnica sostiene erroneamente che il paesaggio del golfo di Milazzo sia ormai irreversibile ed irrimediabilmente compromesso. Quindi tanto vale fare altre industrie, tanto che cambia? Un palese travisamento della realtà smentito dal Piano paesaggistico, secondo il quale la fascia costiera del golfo di Milazzo possiede ancora valenze paesaggistiche notevolissime, che vanno recuperate attraverso il graduale disinquinamento dell’area.
Questi sono solo alcuni dei profili di illegittimità che abbiamo segnalato al Ministro dell’Ambiente Sergio Costa nella lettera che gli abbiamo inviato qualche giorno fa (per leggerla CLICCA QUI).
Adesso il Ministro deve decidere se firmare il provvedimento illegittimo che avalla il progetto Duferco, escludendolo dalla VIA, o se rigettarlo dando modo alla nuova Commissione di rivalutare il progetto.
Ci auguriamo che il Ministro faccia la scelta giusta, schierandosi dalla parte dei cittadini e del diritto.