Il Ministro dell’ambiente Sergio Costa torna a parlare della valle del Mela in un’ intervista molto interessante rilasciata al quotidiano “La Sicilia”.
Nell’intervista si parla di quasi tutte le principali vertenze ambientali della Sicilia: industrie, gestione dei rifiuti, trivelle, ponte sullo stretto.
Tra le domande, anche una riguardante specificatamente l’inceneritore del Mela:
“Il governo ha bloccato il progetto del termovalorizzatore nella Valle del Mela, che secondo i dati dell’Arpa è la zona più inquinata della Sicilia. I cittadini e il comitato del no possono dormire sonni tranquilli? È davvero una partita chiusa?”
Questa la risposta del Ministro: «Sì. Sulla combustione del termovalorizzatore c’è una Via (Valutazione di Impatto Ambientale, NdR) negativa. Resta la centrale attualmente in esercizio, che però è tra quelle per le quali è appena stato disposto il riesame e che dovrà adeguarsi a breve ai nuovi standard comunitari».
Il Ministro ha poi specificato che sono ben altri gli impianti necessari a gestire l’emergenza siciliana dei rifiuti (in primis gli impianti di compostaggio).
Nel frattempo però A2A insiste con cocciutaggine sull’ipotesi dell’inceneritore. Recentemente ha depositato al TAR Catania ricorso sia contro il decreto di bocciatura del governo, sia contro i pareri negativi della Regione e del Comune. Insomma A2A per il momento sembra ben lontana dal rinunciare al suo nefasto progetto, con buona pace di chi, fino a pochi mesi fa, era convinto che gli obiettivi di A2A fossero virati su progetti meno impattanti, come gli impianti di digestione anaerobica e/o aerobica dei rifiuti.
La cocciutaggine diventa idiozia (nella migliore delle ipotesi) nel caso dei principali Sindacati, che, anzichè pretendere dall’azienda un progetto alternativo capace di garantire l’occupazione, insistono anch’essi sull’inceneritore, un progetto bocciato innanzitutto dal territorio, che avrebbe dato lavoro si e no ad una cinquantina di persone, mettendo in pericolo la salute di decine (o centinaia) di migliaia.
Una strategia ancora più miope se si considera che il Piano Paesaggistico approvato già da due anni prevede la progressiva dismissione degli attuali impianti sia della centrale che della Raffineria e la riconversione produttiva dell’area.
Infatti gli attuali impianti industriali dovrebbero essere progressivamente smantellati in quanto degradano un contesto paesaggistico di elevato pregio e con significative potenzialità economiche. Secondo il Piano, essi dovrebbero lasciare il posto ad attività (siano o meno industriali) compatibili con il paesaggio ed il territorio.
Di tutto questo però non c’è la ben che minima programmazione non solo da parte di A2A e RAM (che anzi hanno presentato ricorso contro il Piano Paesaggistico), ma anche da parte dei soggetti pubblici che dovrebbero recepire il Piano.
Ad esempio l’IRSAP, l’ente regionale che gestisce le aree industriali e che dovrebbe recepire il Piano Paesaggistico nel proprio piano regolatore, sembra dormire sonni tranquilli.
Il Governatore Musumeci recentemente ha dichiarato di volere la riconversione delle aree industriali del siracusano e di Milazzo: ma in quale altro modo se non recependo e applicando il Piano Paesaggistico?
Anche il Comune di San Filippo del Mela, che pare stiano rifacendo il proprio Piano regolatore, è obbligato a recepire il Piano Paesaggistico: infatti quest’ultimo prevede che i Comuni, nei propri piani regolatori, formulino dei “piani di recupero” per l’area industriale di propria pertinenza: nel caso del Comune di San Filippo del Mela tale area coincide proprio con la Centrale A2A.
Tali piani di recupero dovrebbero essere indirizzati, per l’appunto, alla progressiva dismissione degli attuali impianti termoelettrici e alla riconversione. Considerato anche che la produzione elettrica della Centrale negli ultimi anni è stata molto ridimensionata, perchè non partire dallo smantellamento della ciminiera più grande, che rovina la visuale ed il paesaggio di mezza provincia?