Dopo il ricorso al TAR contro le prescrizioni espresse dal Sindaco di Milazzo e dal Commissario di San Filippo del Mela, la Raffineria continua ad arrampicarsi sugli specchi pur di non investire per proteggere la salute dei cittadini e di chi ci lavora.
Le prescrizioni espresse dai Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela sul rinnovo dell’autorizzazione alla Raffineria, stando a quanto appreso dalla stampa, sono la logica conseguenza delle note criticità sanitarie ed ambientali della Valle del Mela e sono volte a prevenire rischi per la salute.
Più volte abbiamo sollecitato la necessità che i comuni utilizzassero tali prerogative a tutela della salute pubblica nell’ambito della procedura autorizzativa in corso sulla Raffineria (ad esempio ne abbiamo discusso all’ incontro pubblico dello scorso 27 Settembre).
I sindaci sono la massima autorità sanitaria del Comune ed hanno il compito di difendere la salute dei propri cittadini, ma finora nessun Sindaco a Milazzo o San Filippo del Mela aveva mai utilizzato queste prerogative.
Prendiamo atto con piacere che qualcosa sta cambiando ed auspichiamo che si vada fino in fondo.
Questa è anche l’ennesima prova che questo territorio si è finalmente svegliato e non è più disposto a subire. Di questo ne abbiamo avuto la certezza il 28 Gennaio scorso, quando 10 mila cittadini hanno riempito le vie di Milazzo per rigettare l’imposizione di un mega inceneritore in un territorio che negli ultimi 60 anni ha subito scelte industriali scellerate e che adesso vuole cambiare.
Nella valle del Mela è finalmente tornata la speranza: la speranza di bloccare l’inceneritore, ma anche di ridurre l’inquinamento esistente ed i rischi per la salute. E, considerando anche le previsioni del Piano Paesaggistico, la speranza di uno sviluppo pulito che valorizzi e rispetti le potenzialità del territorio.
Secondo la Raffineria gli studi che dimostrano i rischi sanitari sarebbero ormai superati. Ciò non corrisponde affatto al vero: gli studi sulla Valle del Mela presenti nella letteratura scientifica internazionale sono tra i più recenti a disposizione e non sono affatto “datati”: alcuni sono stati pubblicati proprio mentre è iniziata la procedura autorizzativa in corso, vale a dire meno di due anni fa.
Si consideri che oggi la Raffineria è autorizzata ad inquinare come nel 2011, anno a cui risale la vigente Autorizzazione oggi oggetto di riesame. Autorizzazione che peraltro non indica nessuna prescrizione sanitaria nonostante le Amministrazioni già all’epoca fossero a conoscenza di alcuni gravi criticità sanitarie.
La Raffineria non è affatto credibile anche quando parla di prescrizioni “inattuabili”: già da più di un anno abbiamo evidenziato la possibilità di applicare tecnologie capaci di abbattere in maniera drastica le emissioni della Raffineria, ben oltre le raccomandazioni dell’OMS sulla riduzione del 50% rispetto ai limiti di legge.
La Raffineria propone adesso di redigere «un esaustivo studio dell’impatto sanitario». Ci sta pensando adesso? Le linee guida di ISPRA (il braccio tecnico del Ministero dell’Ambiente) prevedono che la Valutazione dell’impatto sanitario sia uncompito del Gestore, che avrebbe dovuto presentarla contestualmente alla domanda di rinnovo dell’autorizzazione, ovvero nel 2016.
Adesso quindi di cosa si lamenta la Raffineria? Invece di arrampicarsi sugli specchi inizi a predisporre gli investimenti necessari a garantire la salute dei cittadini e dei lavoratori, rispettando le prescrizioni individuate dai Comuni di Milazzo e San Filippo del Mela.