Ieri pomeriggio una delegazione del Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela e dell’Associazione Rifiuti Zero Sicilia ha incontrato Giuseppe Caudo, componente dell’ufficio di gabinetto della Presidenza della Regione e Salvo Cocina, responsabile dell’ufficio speciale della Regione per la differenziata. L’incontro è scaturito in seguito alla lettera aperta da noi inviata più di una settimana fa.
Queste le questioni da noi sollevate:
La “GERARCHIA DEI RIFIUTI”
La Sicilia è all’anno zero nella gestione dei rifiuti. La direttiva europea 2008/98/CE, recepita con apposita legge dallo stato italiano, sancisce una ben precisa gerarchia per la gestione dei rifiuti. In tale gerarchia l’incenerimento è solo al penultimo posto. Voler partire dall’incenerimento sarebbe come voler costruire un palazzo partendo dal penultimo piano. E’ chiaro che oggi bisogna piuttosto pensare a risolvere la cronica emergenza dei rifiuti che attanaglia la Sicilia ormai da decenni con misure più rapide ed efficaci, indicate come prioritarie dalla gerarchia, a partire dal raggiungimento degli obiettivi di legge del 65% di raccolta differenziata.
Lo “SCHEMA di DECRETO sul FABBISOGNO DI INCENERIMENTO”
Secondo il dirigente del dipartimento regionale rifiuti Pirillo, la “corsa” (finora solo mediatica per fortuna) agli inceneritori in Sicilia deriverebbe da «una prescrizione dello Sblocca Italia», o meglio di uno “schema di decreto” attuativo dello Sblocca Italia, che fissa a 700 mila tonnellate l’anno il fabbisogno di incenerimento della Sicilia. Tuttavia tale “schema” è ben lungi dall’essere in vigore.
Infatti nei mesi scorsi è stato sottoposto alla “Verifica di Assoggettabilità a VAS”, una procedura rapida con la quale si è tentato di evitare una ben più approfondita Valutazione Ambientale Strategica (VAS). L’istanza è stata però respinta il 20 Giugno in quanto la legge indica chiaramente che i Programmi riguardanti i rifiuti devono essere sottoposti a VAS.
Ma ad oggi non risulta alcuna VAS (che solitamente dura almeno un anno) su tale schema, forse perché i suoi estensori (il Ministro dell’Ambiente e il Dipartimento Rifiuti del Ministero) sono consapevoli che ad una attenta analisi sarebbe evidente che i calcoli su cui si basa sono errati, gonfiando a dismisura il fabbisogno di incenerimento.
Da qui la domanda sorge spontanea: perché la Sicilia dovrebbe applicare uno schema che non è mai entrato in vigore e che probabilmente non lo sarà mai?
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AVETE RAGIONE, STATE TRANQUILLI, MA METTETEVI NEI NOSTRI PANNI
Questa in sintesi la risposta di Giuseppe Caudo e Salvo Cocina, che hanno fatto notare quanto il comitato d’affari delle discariche private sia potente ed abbia finora impedito il decollo della differenziata in Sicilia. Con la complicità ovviamente dell’incompetenza e del disinteresse che regnano sovrani sia all’interno dei comuni, che delle varie SRR, ma anche in certi settori della burocrazia regionale.
Il quadro che ci è stato dipinto sarebbe insomma quello di una “lotta titanica”, probabilmente un po’ troppo mitizzata, dell’attuale governo regionale contro questa coalizione fatta di incompetenza e di “poteri forti”, che infiltra gli enti locali e non. Ci hanno parlato del caos organizzato che non permette neanche un monitoraggio in tempo reale dell’avanzamento della differenziata e della scarsa collaborazione di gran parte dei comuni. Si è parlato anche della grave carenza di impianti per la differenziata e soprattutto il compostaggio.
Si è parlato della volontà del governo nazionale di commissariare la Sicilia proprio con l’obbiettivo di fare gli inceneritori. Di fronte a tutto questo sarebbe stato fatto il possibile per evitare il commissariamento (forse ci si è pensato troppo tardi, aggiungeremmo noi), anche istituendo l’ufficio speciale per la differenziata. In definitiva, secondo Giuseppe Cauddo e Salvo Cocina, da parte della Regione non ci sarebbe una vera e propria volontà politica in favore degli inceneritori (anzi Salvo Cocina si è dichiarato personalmente contrario), ma potrebbero essere una strada obbligata se non si riuscisse ad ottenere risultati nella differenziata. Dopo le rassicurazioni di rito e l’invito a collaborare (“vedrete che ce la faremo, ma aiutateci anche voi a controllare l’operato dei comuni”), l’incontro si è chiuso concordando di aggiornarci per eventuali successivi incontri sui risultati della differenziata.
I DUBBI IRRISOLTI
L’incontro è stato tutto sommato positivo e costruttivo, ma purtroppo non sufficiente (è durato meno di un’ora e mezza) a trattare in maniera approfondita tutti gli aspetti di una questione complessa. Soprattutto, vista l’ora tarda (quasi le 20), si è dovuto concludere senza una vera e propria possibilità di replica da parte nostra.
Sono questi i dubbi e gli argomenti che sono rimasti inevasi:
- La Regione ha gli strumenti per obbligare SRR e comuni ad una efficace ed efficiente differenziata porta a porta (sanzionando i trasgressori)? E se si, li sta mettendo in atto?
- Ci è stata fatta notare la cronica carenza di impianti per la differenziata ed il compostaggio. Ma perché la Regione non è più incisiva per colmare tale carenza? E’ paradossale che si parli di bandi per gli inceneritori e non si pensi piuttosto ad investire nell’impiantistica della differenziata, che è molto più rapida ed economica;
- Non è solo questione di differenziata. Grandi assenti nel dibattito sono stati gli impianti di trattamento meccanico-biologico (TMB) che dovrebbero trattare il residuo indifferenziato. Nella nostra lettera aperta abbiamo fatto degli esempi di impianti TMB innovativi, già presenti sul territorio nazionale, integrati ad impianti di selezione della parte “secca” capaci di recuperare materia da riciclare. Già, perché non è riciclabile solo ciò che è stato preliminarmente differenziato. E’ riciclabile anche ciò che, per errore o per carenze della differenziata, è finito nell’indifferenziata. Ed oggi ci sono le tecnologie per recuperarlo;
- Peraltro questo è quanto previsto anche dal vigente Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti (PRGR) della Sicilia, altro “grande assente” (o quasi) nel dibattito di ieri. E non solo nel dibattito di ieri, visto che molti organi di stampa spesso e volentieri ne ignorano l’esistenza. In realtà il PRGR è stato approvato dalla Giunta Regionale il 18 Gennaio 2016, dopo un iter lungo più di 3 anni. Logica vorrebbe anche adesso venisse finalmente applicato per risolvere la cronica emergenza dei rifiuti. Invece si pensa già a rifarlo, solo per metterlo in linea con il famoso ”fabbisogno di incenerimento” di 700 mila tonnellate, che peraltro non è stabilito da nessuna legge in vigore. Se il PRGR prevedesse solamente la differenziata al 65%, senza impianti TMB per l’indifferenziata, sarebbe compatibile con tale quota di incenerimento (peraltro così facendo finirebbero inutilmente negli inceneritori anche materiali non combustibili come vetro e metalli). Invece il vigente PRGR, in linea con la gerarchia dei rifiuti, riconosce la possibilità di riciclare anche una quota di ciò che finisce nell’indifferenziata e dispone di destinare alla valorizzazione energetica solo un residuo minimo di rifiuti combustibili non riciclabili. Peraltro una parte di tale residuo servirebbe a produrre il cosiddetto “CSS-combustibile”, combustibile da rifiuti destinato a cementifici e/o centrali a carbone nazionali. Ciò che resterebbe per gli inceneritori, in definitiva, sarebbero poco più di 100 mila tonnellate di rifiuti l’anno, altro che 700 mila. Quantitativo che non può giustificare nuovi inceneritori, ma che potrebbe benissimo essere destinato agli inceneritori già esistenti sul territorio nazionale e che vengono progressivamente “affamati” col progredire della differenziata.
- Avremmo voluto anche chiedere, se ci fosse stata la possibilità, come mai la Regione non ha ancora espresso alcun parere ufficiale sul progetto di A2A relativo all’inceneritore del Mela, sebbene il Presidente Crocetta abbia dichiarato alla stampa la sua contrarietà. E soprattutto porre la questione del Piano Paesaggistico dell’Ambito 9: se l’Assessore ai Beni Culturali Carlo Vermiglio si decidesse ad approvarlo, l’inceneritore del Mela verrebbe automaticamente scongiurato.
UNA “TELENOVELA” INFINITA?
Questo è quello che vuol dire “inceneritori in Sicilia”. Per far uscire i famosi bandi per gli inceneritori bisognerebbe prima rifare il PRGR, come ha ammesso recentemente lo stesso Assessore Contraffatto. Dopo che il Piano sarà rifatto dovrà nuovamente essere sottoposto a VAS, che durerà almeno un anno e non è detto che avrà esito positivo. Infatti la gerarchia dei rifiuti vieta l’incenerimento di ciò che è riciclabile e l’incenerimento di 700 mila tonnellate annue di rifiuti sarebbe matematicamente incompatibile con tale divieto.
Anche ammettendo che si riesca a rifare ed approvare un nuovo PRGR ci vorranno ancora anni per espletare le gare d’appalto ed ancora di più per realizzare gli inceneritori. Insomma una telenovela infinita. La speranza è che nel frattempo qualcuno operi davvero per risolvere i problemi. Vedremo se questo sarà il caso almeno dell’Ufficio Speciale per la differenziata o se invece non si riveli anch’esso la solita buona intenzione caduta nel nulla.
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