Nella Valle del Mela nessuno è fesso

Dopo alcune settimane di silenzio la macchina di disinformazione di A2A, ovvero l’azienda proponente l’inceneritore, torna a farsi sentire.

Non avendo argomenti concreti da portare in favore dell’inceneritore, l’azienda ha pensato bene che l’unica strategia possibile sia ancora una volta quella di confondere e depistare i cittadini.

cosa succederà

Molti a San Filippo del Mela si sono visti recapitare una simpatica brochure. Si parla di tanti bei progetti per il presunto futuro della centrale di San Filippo: impianti di  fotovoltaico, digestione anaerobica dell’umido e solare termodinamico. Peccato che di tutte questo nel progetto in esame al Ministero dell’Ambiente non vi sia traccia.

Invece il progetto che è stato realmente presentato, ovvero quello dell’inceneritore, nella brochure viene trattato in maniera grossolana e chiamato con l’espressione generica e artatamente benevola di “impianto di produzione di energia da CSS”. Chiunque legga il progetto, pubblicato sul sito del Ministero dell’Ambiente, può constatare di cosa, al di là delle belle parole, realmente si tratti, ovvero di bruciare oltre 500.000 tonnellate di rifiuti ogni anno con produzione di una quantità ridicola di energia (54 MWh rispetto ai 960 MWh della centrale attualmente esistente).

Visti i vari tentativi di prendere per i fondelli i cittadini, è necessario fare chiarezza:

  • l’impianto a CSS proposto è semplicemente un mega-inceneritore di rifiuti, che utilizzerà le stesse tecnologie attualmente utilizzate negli altri inceneritori. Si tratta di un progetto già sonoramente bocciato da enti indipendenti come la Soprintendenza Beni Culturali e l’Ordine dei Medici. Le osservazioni dei medici sono consultabili sul sito del Ministero dell’Ambiente, assieme a tutte le altre inviate da comuni, associazioni e semplici cittadini contro questo folle progetto.
  • Il referendum di domenica 31 riguarda solo il progetto dell’inceneritore, non le altre belle cose millantate da A2A nella brochure o sui giornali. E non potrebbe essere altrimenti, visto che finora l’inceneritore è l’unica minacciosa proposta che l’azienda ha formalmente avanzato.
  • A dispetto di quanto A2A dichiara contro ogni evidenza, è chiaro che con l’inceneritore la qualità dell’aria peggiorerà. Molte tra le emissioni più pericolose dell’inceneritore sono diverse da quelle dell’attuale centrale e quindi sarebbero una “novità”.    Anche le emissioni confrontabili, a parità di potenza elettrica, verrebbero nella stragrande maggioranza dei casi significativamente incrementate, come evidenziato nelle osservazioni del Comitato dei cittadini contro l’inceneritore del Mela inviate al Ministero. Di certo c’è che la qualità dell’aria sarà molto più salubre senza inceneritore.
  • Come dimostrato da numerosi studi epidemiologici, gli inceneritori hanno effetti devastanti sulla salute della popolazione. Ad esempio uno studio Arpa riguardante l’inceneritore di Vercelli ha recentemente evidenziato incrementi madornali (fino al 400%) sia della mortalità che delle malattie sui residenti della zona. Peraltro l’inceneritore di Vercelli bruciava solo un ventesimo dei rifiuti di quello proposto da noi, i cui effetti sarebbero quindi molto più gravi.    Un altro studio, condotto in Inghilterra, ha mostrato come gli inceneritori determinino un incremento delle patologie neonatali (uno dei tanti loro “effetti collaterali”) tanto maggiore quanto minore è la distanza agli inceneritori e che comunque tale incremento rimane significativo fino a 20 miglia di distanza (pari a circa 30 Km).
  • L’unica rassicurazione di A2A in merito alle emissioni pericolose dell’inceneritore, ribadita dall’amministratore delegato Masi in una recente intervista apparsa sulla Gazzetta del Sud, è che le emissioni saranno “a norma”. Anche le emissioni dell’inceneritore di Vercelli e di quelli inglesi erano “a norma”, eppure gli effetti si sono visti. Nella Valle del Mela di emissioni “a norma” ne abbiamo fin troppe. I limiti di legge sono ben lungi dal garantire la salute delle persone, non facendo altro che adattarsi alle tecnologie attualmente disponibili. Val la pena anche considerare cosa prevedono le norme. Ad esempio per le diossine è previsto che i monitoraggi Arpa al camino debbano avvenire solo per 8 ore ogni 4 mesi. Per tutti i restanti giorni dovremo fidarci delle autocertificazioni dell’azienda stessa.  I limiti di legge peraltro si riferiscono alla concentrazione su ogni singolo metro cubo di fumi emessi, senza considerare l’entità complessiva delle emissioni, che dipende anche dal quantitativo di rifiuti bruciati. Le concentrazioni vanno quindi moltiplicate per i 400.000 metri cubi di fumo che il progetto prevede che verranno emessi ogni ora e per le 7800 ore l’anno di funzionamento dell’impianto. Così, a voler prendere per “buone” le previsioni del progetto, in un anno l’inceneritore emetterà 78 mg di diossina. Tale quantitativo corrisponde alle emissioni di 35 milioni di auto che ogni giorno consumano un litro di benzina e ad alcuni milioni di volte la dose massima tollerabile stabilita dall’Unione Europea per un essere umano (2 picogrammi, ovvero miliardesimi di mg, al giorno per ogni Kg di peso corporeo). Per non parlare del fatto che le diossine sono solo alcune delle innumerevoli sostanze tossiche emesse dagli inceneritori. In definitiva l’unico modo per salvarci è impedire che l’inceneritore venga realizzato.
  • Il progetto prevede il transito di quasi 11 mezzi pesanti ogni ora, altro che 13 viaggi al giorno come affermato dall’Amministratore Delegato Masi  (si veda la tabella a pag.121 dello Studio di impatto ambientale).
  • Il recente parere positivo delle Regioni (con la clamorosa assenza della Sicilia) al piano del governo che prevede 8 nuovi inceneritori di cui 2 in Sicilia è una brutta notizia, ma non può essere interpretato come un via libera all’inceneritore di San Filippo, che appare peraltro poco compatibile con quello stesso piano. Ad ogni modo, per rispedire al mittente ogni minaccia, è ancora più importante che i cittadini di S.Filippo e Gualtieri Domenica 31 vadano a votare NO al Referendum.
  • Con l’inceneritore neanche il ricorso alle discariche verrebbe risolto, visto che il progetto prevede la produzione di 120 mila tonnellate di ceneri altamente tossiche. A cosa serve quindi l’inceneritore? Solo per il profitto di pochi sulla nostra pelle.
  • L’inceneritore non può essere di alcuna utilità per l’emergenza rifiuti, visto che ci vogliono 5 anni per realizzarlo. Emergenza che va invece affrontata portando in breve tempo la raccolta differenziata a livelli da paese civile e dotandoci di impianti di riciclaggio e compostaggio.

Sono proprio queste ultime, oltre alle energie rinnovabili innovative come il solare termodinamico, le tecnologie che proponiamo per la riconversione della centrale: tecnologie realmente all’avanguardia che garantirebbero molta più occupazione e ricchezza a fronte di zero emissioni.

A2A ritiri quindi il folle progetto dell’inceneritore e presenti quello delle tecnologie pulite che finora esistono solo nella brochure distribuita ai cittadini per pura propaganda, più molte altre che potrebbero essere realizzate e che sarebbero capaci di garantire un riciclaggio dei rifiuti vicino al 100%.

Il 31 gennaio, dicendo NO all’inceneritore, i cittadini di fatto permetteranno alle alternative pulite di diventare realtà, dando lavoro, sviluppo e ricchezza al territorio nel rispetto di chi ci vive.

Un NO quindi per salvare la propria vita, quella dei propri cari e per il futuro del nostro territorio. Ma anche la migliore risposta a chi pensa di poterci fare fessi.

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