La settimana scorsa si è svolta a Milazzo una manifestazione indetta dai sindacati dei “chimici” della RAM, che avevano invocato una “partecipazione di massa”. Alla fine però hanno partecipato solo circa 200 lavoratori RAM su un totale di circa 1400 (tra diretti e indotto), anche perchè è mancata l’adesione dei sindacati metalmeccanici.
Il fine ultimo della manifestazione è sempre lo stesso: chiedere alla Regione di modificare o addirittura ritirare il Piano regionale di qualità dell’aria, ovvero l’unico atto concreto, da 60 anni a questa parte, capace di ridurre l’inquinamento nella valle del Mela e nelle altre aree inquinate della Sicilia.
Secondo i sindacalisti più compiacenti alla RAM, il Piano in questione “dimezzerebbe” i limiti rendendone impossibile l’applicazione.
Una tesi che “fa breccia” anche nell’attuale Sindaco di Milazzo Formica, che vorrebbe che la Regione chiarisse se la RAM mente quando dice che non esistono tecnologie capaci di far traguardare i limiti del Piano di qualità dell’aria.
In realtà basta leggere le carte per capire che questa tesi non sta nè cielo nè in terra.
Innanzitutto non c’è scritto da nessuna parte nel Piano che i limiti debbano essere semplicemente dimezzati. La misura che interessa le raffinerie nel Piano viene chiamata “M2” e prevede espressamente quanto segue:

La misura viene chiarita ancora meglio a pag. 314, come di seguito riportato:
ecc…
Come si può notare, il Piano rimanda espressamente alle “BAT Conclusions” per l’individuazione dei “limiti inferiori”, ovvero dei limiti più cautelativi che è possibile raggiungere con l’applicazione delle migliori tecnologie disponibili. Infatti le “BAT Conclusions” sono un documento redatto dalla Comunità Europea proprio per individuare i limiti emissivi connessi all’applicazione delle migliori tecnologie disponibili. In altre parole, se un limite si trova nelle BAT Conclusions è raggiungibile per definizione.
Quindi o mente la RAM (e con essa certi sindacati) o mente la Comunità Europea. Tuttavia la RAM non ha mai dimostrato (nè provato a dimostrare) che i limiti in questione sono irraggiungibili, nè nella VAS che ha preceduto l’approvazione del Piano, nè nel suo ricorso al TAR. Quindi è ovvio che sia proprio la Raffineria (e non la Comunità Europea) a mentire.
Un’altra menzogna diffusa da RAM e sindacati compiacenti è quella secondo cui il Piano sarebbe stato adottato in violazione delle norme nazionali e comunitarie. Nulla di più falso: basta leggere l’art. 9 del DL 155/2020 per capire che il Piano in questione è un obbligo di legge a cui le Regioni non si possono sottrarre. Il fatto che la Regione Sicilia sia stata – per una volta – un po’ più celere di altre regioni non le dà certo la possibilità di ritirare un atto comunque obbligatorio per legge.
Perciò è inutile (oltre che ingiusto) chiedere alla Regione di revocare o modificare il Piano di qualità dell’aria: non esiste alcuna possibilità che la Regione possa farlo in maniera legittima.
E se lo volesse fare in maniera illegittima dovrebbe vedersela con la giustizia amministrativa, oltre che con le popolazioni stufe di subire l’inquinamento sconsiderato delle grosse industrie.
L’unico modo che i lavoratori RAM hanno per non perdere il proprio posto di lavoro è quello di lottare affinchè l’azienda si adegui per tempo ai limiti del Piano. Ovvero l’esatto opposto di quello che stanno facendo i sindacati più compiacenti con l’azienda. Questi ultimi stanno infatti trascinando i lavoratori – usati come carne da macello – in un vicolo cieco, facendogli perdere del tempo prezioso.