Il vergognoso inganno delle raffinerie per ottenere limiti più morbidi dalla Regione

E’ in atto una irresponsabile campagna mediatica messa in piedi dalle raffinerie siciliane per indurre la Regione a concedere limiti più elevati.

Nel 2018 la Regione ha approvato il Piano di qualità dell’aria, che obbliga le raffinerie a ridurre l’inquinamento entro il 2027, ricorrendo alle migliori tecnologie disponibile.

Ma le industrie non ne vogliono sapere di rinunciare ad una parte dei profitti per ammodernare gli impianti  e quindi giocano la solita carta del ricatto occupazionale: “o mi togliete i limiti o chiudo”.

La campagna stampa si è scatenata – guarda caso – proprio mentre sono imminenti le sentenze del TAR Palermo sui ricorsi delle industrie contro il Piano di qualità dell’aria. Vi potrebbe essere quindi il tentativo di condizionare i giudici. Noi però abbiamo fiducia nella giustizia e siamo convinti che le argomentazioni deboli e strumentali delle industrie verranno rigettate.

Peraltro l’ingannevole allarmismo sulla presunta perdita di migliaia di posti di lavoro è smascherato dalle stesse affermazioni che le industrie hanno prodotte nei loro ricorsi.

Esse hanno infatti stimato in 150-180 milioni di euro la spesa necessaria per adeguarsi ai nuovi limiti del Piano. Pertanto tali limiti non sono affatto “irraggiungibili”. Per un’azienda che ogni anno fattura centinaia di milioni di euro non dovrebbe essere così difficile investire 150 milioni nell’arco di ben 7 anni (i limiti entreranno pienamente in vigore nel 2027).

Adesso invece i limiti sarebbero diventati “irraggiungibili” e li costringerebbero alla chiusura.

Vorremmo a tal riguardo ricordare a tutti coloro che diffondono tali irresponsabili menzogne, fomentando una ingiustificata guerra fratricida tra lavoratori e cittadini che difendono la propria salute, che l’art. 656 del codice penale punisce “chiunque pubblica o diffonde notizie false, esagerate o tendenzione, per le quali possa essere turbato l’ordine pubblico.

Quanto alle istituzioni, è inaccettabile che si mostrino cedevoli verso gli irresponsabili ricatti delle industrie: ogni qualvolta che lo hanno fatto hanno consentito le peggiori porcherie a danno dei cittadini.

Peraltro le industrie potrebbero riproporre analoghi ricatti ad ogni tentativo di miglioramento tecnologico e ambientale, che così facendo non potrebbe mai essere conseguito.

 

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